Roma, 17 mar – Eccoci arrivati al risultato. Ricordano gli elettori gli sproloqui dei giorni scorsi del cosiddetto campo largo a proposito dell’avanzata della sinistra in Italia, della crisi interna nel governo Meloni, del fatto che l’Abruzzo avrebbe sconfitto l’egemonia della destra in Italia? Ricordano i discorsi a proposito del fatto che la Sardegna era solo il primo passo per la riconquista rossa e arcobaleno dell’Italia? Quanti tavoli abbiamo visto in televisione, con cosiddetti esperti che sproloquiavano facendo analisi raffazzonate da bar? Maratone, addirittura, con ospiti su ospiti, per il puro gusto della chiacchierata, per dare aria alla bocca. Ebbene, la verità si è palesata. In Abruzzo, ha vinto a man bassa la destra: il governatore uscente è stato il primo ad essere rieletto in Abruzzo, un risultato storico nel senso letterale del termine.
La destra tra Abruzzo ed Europa
Nei giorni passati, gli abruzzesi hanno visto sfilare da una parte gli energici rappresentati della destra italiana, con Meloni in primo piano, in grado di farsi apprezzare tanto in Italia quanto all’estero; dall’altra, Bersani, Shlein, Conte & Co., figure ibride incapaci di esprimere un messaggio chiaro, di delirare qualsiasi programma; il solo loro programma può essere riassunto con queste parole: siccome la destra è cattiva, meglio noi alla destra (a parte che il continuo insistere sui diritti di gay, lesbiche, ecc., che sono il 3% della popolazione ). Invece questo successo dovrebbe dare linfa al governo Meloni per attuare quelle misure, anche drastiche, che buona parte del Paese, la cosiddetta “maggioranza silenziosa”, chiede a gran voce. Nel dire ciò si deve considerare un fatto, una constatazione: buona parte dell’informazione è di sinistra e progressista, e dunque radicalmente contraria al governo. Da questo punto di vista i risultati che la destra sta ottenendo in Italia – e anche in Europa, si guardi solo all’exploit del partito Chega nelle elezioni portoghesi – lasciano capire che la sua forza elettorale e ideologica sia molto maggiore di ciò che si potrebbe pensare a una prima analisi: quanto forte sarebbe essa se in Italia la stampa e l’informazione non fossero capziosamente orientate a sinistra?
Il profilo continentale
In ogni caso, quasi sicuramente le prossime elezioni europee porteranno l’Europa a destra, essendo diffuso in tutta Europa un desiderio di identità nazionale, di ordine, di sicurezza, e di coerenza . La guerra russo-ucraina ha dimostrato la totale inconsistenza politica dell’Europa (al punto che Papa Francesco riconosce la Turchia, un Paese che i signori di Bruxelles vorrebbero descrivere come dittatoriale, integralista, ecc., come credibile mediatrice fra Ucraina e Russia), ha reso evidente quanto la narrazione dei media occidentali sia viziata, diffondendo finalmente un sano scetticismo rispetto a ciò che viene raccontato in televisione e sui giornali . Lo stesso dicasi della guerra fra Israele e Palestina : pur con tutta l’artiglieria pesante utilizzata per descrivere gli ebrei come santi e puri a priori (cinema, televisione, programmi scolastici, ecc.), il mondo si sta rendendo conto di quanto anche costoro, come tutti gli esseri umani, possano essere spietati – si pensi alle parole di Biden e della comunità internazionale sui presunti crimini di guerra di Israele . Così, anche in questo caso, la narrazione capziosa sembra in crisi. Il mondo politico di destra dovrebbe sfruttare questo momento di lucidità, per attuare quel cambiamento che tutti aspettano e per ristabilire l’ordine morale, sociale, civile e culturale . Forse, sta solo aspettando di rafforzarsi ulteriormente (ci saranno sorprese dopo le elezioni europee) .
Enrico Cipriani