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La gag macabra di “Israele che uccide membri di Hamas”

by Alberto Celletti
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Israele Hamas

Roma, 27 mag – Quella di Israele che uccide membri di Hamas sta diventando una vera e propria gag. Macabra senza dubbio, agghiacciante nei suoi dettagli, ma pur sempre una gag. Perché non possono essere prese sul serio le dichiarazioni di Tel Aviv nel merito. Non potevano esserlo già a poche settimane dallo scoppio della guerra, alla fine dello scorso ottobre, adesso ancora di meno perché essere così recidivi in comunicazioni tanto stupide non può non attirare un minimo di ironia.

L’ultima di Israele: uccide 40 palestinesi a Rafah ed esulta per i “due membri Hamas”

Farebbe ridere se non facesse piangere. Come riporta l’Ansa, l’ultimo aggiornamento sulla guerra di Tel Aviv a Gaza riporta quanto segue: almeno quaranta vittime dopo un raid su un campo profughi. Il che significa, ovviamente, che il bilancio non è neanche definitivo. Cosa fa Israele per provare a ripararsi dalle critiche che ormai gli piovono addosso da tutto il mondo, alleati statunitensi compresi? Annuncia esultante l’uccisione di due esponenti di Hamas nella stessa, tramite l’Idf, che ne riporta nomi e cariche tramite il portavoce militare: “Yassin Rabia comandante della leadership di Hamas in Cisgiordania e Khaled Nagar, un alto esponente della fazione sempre in Cisgiordania”.

Tutto troppo grottesco

La questione sta diventdo diventando ridicola, diciamolo chiaramente. Se prima poteva essere interpretata come fastidiosamente propagandistica, adesso anche il velo della serietà ufficiale sembra sparito del tutto. Qualcuno dovrebbe aprire una riflessione all’interno del governo israeliano quanto meno sulla comunicazione verso l’esterno, in evidente difficoltà a casua di un conflitto che non va come si spererebbe (e Benjamin Netanyahu, sorprendentemente ancora alla guida del Paese, lo sa meglio di chiunque altro).  Perché in questo caso il tempismo è veramente pessimo, perfino peggiore di quello – già fortemente discutibile – mostrato dall’inizio del conflitto.

Alberto Celletti

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