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“La mia colpa è di non essere di sinistra”: la Venezi dopo le ultime contestazioni

by Aurelio Del Monte
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sinistra contro Venezi

Roma, 25 gen –  Di sinistra non è di certo, Beatrice Venezi. In un’intervista al Giornale, il direttore d’orchestra commenta le manifestazioni contro di lei dei soliti nori.

Non è di sinistra: ecco la “colpa” della Venezi

“C’è sempre qualcuno che punta il dito contro di lei”, dice l’intervistatore. Beatrice risponde sciorinando un curriculum invidiabile e concludendo con un messaggio diretto: “Eppure sono una tra i pochi direttori d’orchestra donna. E sono stata la prima donna a dirigere in Armenia, in Georgia, in Azerbajan. Ho condotto oltre 200 concerti e più di 70 recite d’opera. Ma se non sei dalla parte giusta…”. La “parte giusta” è ovviamente sinistra, e la Venezi non è mai appartenuta a quell’area valoriale, sebbene per lei la distinzione vada ormai superata: “Non ha alcun senso. Come la contrapposizione fra uomini e donne. Mi auguro che sempre più siano in presi in considerazione solo talento e merito”. Fatto sta che gli schieramenti esistono comunque, a prescindere dalle sfumature, per molti, davvero ridotte al minimo (parole a parte, s’intende). E chi sta “dalla parte giusta” attacca Beatrice in ogni modo, non solo in Italia ma addirittura in Francia. Uno “schieramento mondiale dem” che non avendo nulla da dire preferisce puntare sul concetto di “anti”, come ogni buon personaggio in cerca d’autore.

Il ridicolo assalto a un simbolo della musica classica contemporanea

Senza fare paragoni con Riccardo Muti o con Herbert Von Karajan, è certo che il successo della Venezi sia ormai internazionale. Le critiche contro di lei, del resto, appartengono a pochi, strambi individui, “tre o quattro spettatori”, dice il direttore, specificando la base dei  “mille presenti” al concerto di Capodanno di Nizza, insieme agli e “oltre undicimila che mi avevano applaudito nei giorni precedenti”. Poi aggiunge: “Hanno esibito uno striscione con la scritta: Via i fascisti. Il teatro li ha fischiati”. Parole della Venezi, per carità. Ma sintomatiche di uno spettacolo indegno che – se fosse stato così – confermerebbe la sua assoluta distanza dal mondo reale.

Aurelio Del Monte

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