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La nascita di un Eroe

by Stelio Fergola
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Enrico Mattei Eroe

Roma, 29 apr – Acqualagna è una piccola cittadina, quasi un paesino: ancor di più lo era agli albori del secolo scorso. Meno di 5mila abitanti, oggi, nel 2024, in un’Italia in cui di “popolo” ce n’è sempre meno, schiacciato dalla denatalità e dalla depressione, verso un futuro che si rivela sempre più incerto. In quell’angolo tra Pesaro e Urbino, il 29 aprile del 1906, nasceva Enrico Mattei. Capitano d’industria, per molti addirittura statista. Per tutti, un Eroe.

Mattei, l’Eroe che sfidò l’impossibile

Per Mattei più che per altri è necessario usare la parola Eroe con la maiuscola. Perché maiuscole furono le sue ambizioni, maiuscolo fu il suo amore per l’Italia. Senza fare troppi calcoli sugli ostacoli ma pensando anzitutto al bene della Nazione. Oggi, al contrario, di calcoli se ne fanno fin troppi. Vuoti, spenti, privi di anima. Spesso anche con un approccio da inutili snob. Qualcuno ha scritto perfino che “Enrico Mattei trasformò l’Italia in una superpotenza”. Ed è ovviamente in errore. L’Italia, già da Paese sconfitto, non poteva esserlo. Figuriamoci nel mondo in cui nascevano le superpotenze vere, mai viste prima nella storia neanche con l’esempio gigantesco dell’Impero britannico. Però fece di tutto per spingere l’Italia al suo limite, invece di pensare costantemente a cosa non potesse essere da sola. Portò la Nazione a coltivare ambizioni libere, in volo, ottenendo risultati incontestabili che ancora oggi salvano il poco peso strategico che ancora ci rimane, progressivamente distrutto da chi al contrario ha riflettuto su quanto le montagne fossero irraggiungibili, su quanto lo siano Washington, Pechino e perfino Mosca. I risultati parlano chiaro: chi ha ambito senza condizioni ha ottenuto comunque qualcosa, i fini strateghi del limite, pure con un po’ di puzza sotto il naso, non hanno rimediato che pacche sulle spalle, vincoli esterni e schiavitù ancora peggiori delle precedenti.

Un esempio che dovrebbero seguire in tanti ma che nessuno ha intenzione di prendere a modello

Mattei è stato un Eroe, ma la retorica anti-nazionale secondo la quale saremmo un popolo marcio non regge. Non siamo chiamati ad “essere Enrico Mattei”, pena autodescriverci come maligni, derelitti e codardi a prescindere. Nessun popolo e nessuna moltitudine potrebbe mai essere votata a farlo. Gli eroi si manifestano proprio per questo motivo, per dare un esempio alle masse, un modello che ciascuno può seguire a modo suo. Spesso nel suo piccolo, perfino nel suo piccolissimo, molto raramente nel grande. Siamo chiamati a seguire il lume che ci ha lasciato il fondatore dell’Eni, insieme a molti grandi italiani del passato, non necessariamente ad emularne pedissequamente le gesta. Oggi non c’è nessuno – o quasi – che nutra questa aspirazione, di animo anzitutto, poi – e solo poi – di tecnica e di praticità. Ma chi, tra gli altri, ha ancora intenzione di farlo, non smetterà mai. Neanche di fronte alle evidenze contrarie della moltitudine opposta. Perché è giusto e sacrosanto che lo faccia. Per lasciare alle generazioni future degli esempi migliori.

Stelio Fergola

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