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“Sono nel mirino”: la lagna di Scurati prosegue da Fazio

by Alberto Celletti
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Scurati Fazio

Roma, 29 apr – Altro che monologo censurato, Antonio Scurati ne sta diffondendo così tanti da rendere la questione ancora più ridicola di come già non lo fosse all’esordio. Così lo scrittore anche a Che tempo che fa, dà un saggio di vittimismo teatrale assolutamente impeccabile.

Scurati fa la vittima da Fazio: “Sono un bersaglio”

Si parte con la solita favola per ingenui “la Rai è di tutti”, proferita da Scurati con Fabio Fazio a fare da megafono rispondendo: “Dobbiamo pretenderlo, certo”, probabilmente incapace di andare oltre le “non interviste” quando l’ospite sia rigorosamente ancorato al solito pensiero unico da non scalfire.Poi la lagna infinita prosegue così: “La Rai mi ha mandato la modulistica, ho firmato tutto, ho ricevuto i biglietti di treno, il voucher dell’hotel stavo facendo la barba quando ho ricevuto la telefonata della conduttrice che, affranta, mi annunciava che la mia partecipazione era stata annullata. Ho taciuto, tutti i giornalisti d’Italia mi chiedevano cose e io non parlavo. Cosa ancor più grave è che a metà giornata il capo del governo decide di pubblicare una cosa in cui, pur dicendo di non sapere cosa fosse accaduto, usa espressioni denigratorie, cercando di mettermi in cattiva luce e farmi passare per avido. Non so se gli italiani si rendano conto che questa è una cosa che in una democrazia non dovrebbe accadere”. Insomma, la solita democrazia in pericolo, tranne quando il messaggio è gradito…

Altro che monologo censurato

Il monologo di Scurati, come abbiamo fatto notare anche su queste pagine, è stato letto in Rai. Semplicemente non ci è andato lui, e per questioni economiche, non certamente ideologiche. In ogni caso, sarebbe da riflettere su come, per un contratto non chiuso, si siano aperti portoni giganti in cui il sedicente censurato è stato diffuso praticamente dal 99% della stampa, mainstream e non. La faccia tosta con cui, a seguito di tutto ciò, si continua a pretendere di recitare il ruolo di vittima o addirittura di minoranza, onestamente, è imbarazzante. E ieri sera su Nove ne abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione.

Alberto Celletti

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