Roma, 14 dic – Terrorizzare anche con l’influenza 2022. Come se non fossero bastati i “grandi successi” della gestione contro il Covid, media ed opinionisti, tra esperti e divulgatori, ora lanciano dichiarazioni cataclismiche sul virus influenzale stagionale, come riportato anche da Adnkronos.
“La peggiore del secolo”, così ci mandano ancora una volta al manicomio
Mentre perfino la Cina taglia ufficialmente i ponti con una politica di restrizioni certamente non così genuina come i media di Pechino hanno trasmesso in Occidente, un nuovo spauracchio è all’orizzonte: l’influenza stagionale 2022. Agitato dall’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all’Università del Salento, parla di virus “peggiore del secolo”, sul suo profilo Facebook. “Lo so, un titolo esagerato non è amico della buona comunicazione scientifica. Ma purtroppo la stagione influenzale di quest’anno si prefigura peggiore di quella del 2017-18 che, a sua volta, era stata la peggiore da quando in Italia misuriamo in modo standard la circolazione dei virus influenzali, ovvero dal 1999-2000. Non sbagliamo dunque ad affermare che l’intensità dell’epidemia di influenza quest’anno sia la peggiore del secolo“.
Terrorizzare pure con l’influenza
La domanda che sorge spontanea è la solita: ci terrorizzeranno anche con l’influenza? Difficile a dirsi. L’esperienza del coronavirus ci ha insegnato che una volta iniziato un percorso, non si sa mai dove possa andare a finire. D’altro canto, però, va rilevato che le attenzioni sociali sono concentrate su ben altre questioni, dalla guerra in Ucraina fino a – soprattutto – i suoi riflessi economici disastrosi. Non sembra esserci spazio per un nuovo dramma di massa. Anche Lopalco torna indietro in parte, facendo un po’ il doppio gioco comunicativo: “Attenzione: non significa che quest’anno l’influenza sia ‘più aggressiva. L’influenza è sempre da considerare una malattia impegnativa che si accompagna ad un carico di malattia elevato e potenzialmente letale. Quello che cambia da stagione a stagione è l’intensità di circolazione del virus: ci sono stagioni in cui il virus trova una popolazione più resistente (immune), altre in cui incontra più suscettibili che ne sostengono la circolazione. Da questo punto di vista sono i bambini quelli che fanno sempre la differenza”. Immancabili le ansie lanciate per i bambini: “Anche quest’anno l’incidenza di sindromi influenzali nei bambini è almeno 10 volte superiore rispetto agli anziani “.
Strano, il tutto condito da qualche raccomandazione “insistita” per vaccinarsi. E tutto ciò ricordando quanto il Covid medesimo abbia, di fatto, mutato l’approccio di molte persone sul tema della malattia come concetto generale, portando parecchi cittadini ad ossessionarsi in modo quasi ipocondriaco su certe cautele (uso della mascherina in primis). I traumi, d’altronde, funzionano in questo modo: che siano individuali o di massa.
Alberto Celletti