Home » La questione morale ai tempi del Pd

La questione morale ai tempi del Pd

by Giuseppe Maneggio
0 commento

tessera-pd-675Roma, 12 ott – Scandali e indagati: dici Pd e quasi ci si rispecchia nella vecchia Democrazia Cristiana. La questione morale, di berlingueriana memoria, ai tempi del Pd, che tutto governa, oggi assume le sembianze di una reificazione della morale. Ieri la Roma di Marino, oggi la Campania di De Luca. Due casi di governi locali che investono direttamente il partito guidato da Matteo Renzi ma che fanno parte di una rete composta da decine di casi simili in cui il torbido si mischia con affari, criminalità e furberie varie.

  • PiemonteChiamparino e la sua giunta sono ancora alle prese con l’inchiesta delle firme false che hanno permesso al Pd di vincere le Regionali del 2014. I pubblici ministeri hanno chiesto recentemente dieci rinvii a giudizio per altrettanti funzionari e collaboratori del Partito Democratico. Ad aggravare la situazione, un buco finanziario di 6 miliardi di euro nel bilancio della Regione ma con il governo pronto a tendere la mano ai suoi uomini di governo piemontesi grazie ad un emendamento “Salva Piemonte” che dovrebbe essere inserito all’interno della legge di Stabilità.
  • Liguria – Da Vado Ligure in provincia di Savona è l’intero Pd regionale a tremare con il governatore Claudio Burlando finito nel registro della Procura con l’accusa di concorso in disastro ambientale doloso. Al centro dell’inchiesta l’inquinamento provocato dalla centrale a carbone Tirreno Power che secondo i periti dell’accusa con i suoi fumi avrebbe causato almeno 400 morti.
    C’è poi l’inchiesta sulle spese pazze, che in Liguria ha toccato quasi metà del Consiglio regionale: in carcere due vicepresidenti della giunta di centrosinistra. Tra gli indagati del Pd risultano il capogruppo in Regione, Nino Miceli e il tesoriere del gruppo Mario Amelotti.
  • SiciliaRosario Crocetta e la sua giunta sono un’altra bomba ad orologeria. Tra rimpasti e veleni si è arrivati alla quarta giunta in tre anni e una quarantina di assessori cambiati. Ma i veri guai arrivano dai conti del bilancio regionale a tutti gli effetti da default finanziario. E’ il comparto sanitario a trainare maggiormente al ribasso i numeri con un debito monstre di 2,4 miliardi di euro. Crocetta sta di fatto condannando la Sicilia all’usura costringendola a versare alle banche rate da quasi 100 milioni da qui fino al 2045.
    Altro caso esemplare è quello legato all’ex sindaco di Messina nonché deputato Pd, Francantonio Genovese, finito in carcere per truffa e frode fiscale nell’inchiesta sulla Formazione regionale.
  • Sardegna – Spese folli e indagini sui rimborsi degli amministratori Pd hanno costretto nei mesi scorsi alle dimissioni di Francesca Barracciu sottosegretario del governo ed ex consigliere regionale Pd nonchè candidata alla presidenza dell’isola. Nel frattempo la Barracciu è stata rinviata a giudizio per peculato.
  • Calabria – Anche qui si è aperta un’inchiesta su spese per cene, viaggi, gratta e vinci e spettacoli di lap dance messi in conto nel bilancio della Regione facendo traballare la giunta a guida Pd. Due gli assessori finiti agli arresti, indagati giunta e Mario Oliverio presidente del consiglio regionale che al momento se l’è cavata con una sospensione di tre mesi dal governo della Regione decisa dall’Autorità Anticorruzione.
    Nel frattempo, a San Ferdinando, in provincia di Reggio Calabria, Domenico Madafferi, sindaco Pd del paese, è finito in carcere all’interno di una maxi operazione condotta contro la ‘ndrangheta.
  • Lombardia – A Lecco, sempre per associazione alle cosche calabresi, in carcere ci è finito un consigliere comunale Pd.
  • Lazio – Dopo l’esplosione di Mafia Capitale che ha coinvolto direttamente il Comune di Roma guidato dall’ex sindaco Marino, anche la giunta laziale pare non sia rimasta immune. Marco Vincenzi, capogruppo Pd alla Regione, si è dimesso dopo le accuse di Buzzi che lo incastravano in un’operazione di fondi da far arrivare al comune di Ostia sciolto per infiltrazioni mafiose.
    Diversa l’accusa per Maurizio Venafro, ex capo di gabinetto del governatore laziale Nicola Zingaretti, che è stato rinviato a giudizio per accusa di turbativa d’asta per una gara di appalto.
  • Molise – Anche in questa piccola regione il Pd non ha fatto mancare i suoi scandali. Il nome è quello di Massimiliano Scarabeo, assessore regionale alle Attività produttive arrestato la scorsa estate per frode fiscale e truffa ai danni della Regione.
    Regione Molise guidata dal piddino Paolo Frattura finito sotto i riflettori della stampa locale per un’oscura compravendita di una villetta sul mare.
  • Abruzzo – A Pescara, l’ex assessore Pd, Paola Marchegiani si fa finanziare dalla Regione Abruzzo (guidata dall’ex sindaco Luciano D’Alfonso) la ristrutturazione della casa di famiglia in “complesso turistico ricettivo”.

Giuseppe Maneggio

 

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati