Roma, 16 giu – Nel suo Ddl, il ministro della Giustizia Carlo Nordio elimina l’abuso d’ufficio e il potere d’appello dei pm, come riporta l’Ansa. Una “riformina” che però agisce su un tema piuttosto caldo, il quale – prevedibilmente – ha suscitato la reazione dell’Associazione nazionale magistrati.
Ddl Nordio, via l’abuso d’ufficio e il potere d’appello dei pm
È lo stesso Consiglio dei ministri – il primo del “dopo Berlusconi” – ad approvare la riforma presentata dal guardasigilli Carlo Nordio, sull’eliminazione dell’abuso d’ufficio e sui limiti al potere di appello del pm. Il ministro, al termine del Cdm, ha così commentato durante la conferenza stampa: “Ho sentito inesattezze sul vuoto di tutela che si realizzerebbe con l’abolizione dell’abuso d’ufficio che non c’è affatto, il nostro arsenale è il più agguerrito d’Europa”.Poi: “Spero che l’approvazione della riforma avvenga nel più breve tempo possibile. Mi auguro che l’opposizine sia fatta in termini razionali e non emotivi. Il Parlamento deve essere disposto ad ascoltare. Il mio auspicio è che si argomenti con le ragioni del cervello”. Sul rapporto tra magistratura e politica, si è così espresso: “E’ patologico che in Italia molto spesso la politica abbia ceduto alle pressioni della magistratura sulla formazione delle leggi. Questo è inammissibile. Il magistrato non può criticare le leggi, come il politico le sentenze. Ascoltiamo tutti, ma il governo propone e il Parlamento dispone. Questa è la democrazia e non sono ammesse interferenze”
L’Anm, ovviamente, non ci sta: “Incostituzionale”
Il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia critica duramente il provvedimento del governo in un suo intervento a Radio Anch’io: “Il ministro Nordio sembra dimenticare che la riforma del 2020 punisce la violazione dolosa della legge, non di altre norme, quando la legge non consente alcuna valutazione discrezionale: cioè dice al pubblico ufficiale ‘deve fare questo o devi omettere di fare quest’altro’. Come si può pensare che un comportamento di questo tipo in palese violazione di legge, fatta per avvantaggiare se stesso o i propri amici o danneggiare altri, possa sfuggire alla norma penale, io sinceramente non capisco”. Poi aggiunge: “Quando il privato si sente violato dal pubblico ufficiale che secondo lui ha sfruttato l’ufficio per vantaggi personali, le indagini vanno fatte. L’abrogazione del reato , di fronte a una denuncia, costringerà il pm a trovare nel sistema una norma diversa con cui poter far luce su quanto avvenuto”. E infine, sull’eliminazione del potere di appello dei pm: “Credo si vada incontro a una nuova pronuncia di incostituzionalità“.
Alberto Celletti
5 comments
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Di veramente incostituzionale c’è tutto il bordello sottostante derivato nel tempo da interpretatori di costituzione parziali, ignoranti ed in malafede. Sfoltire per riprendere il bandolo della matassa è solo un primo passo, ma un passo giusto.
Il pm dovrebbe rappresentare lo Stato, ma poiché lo stato è a rischio ne consegue che lo è pure il pm. Anche l’ operato di Nordio è la conferma di un disastro da tamponare, speriamo con l’ avvio, volontario od involontario, di una nuova generazione di giudici, ben diversi da parecchi attuali che ancora imperano ingiustamente, fuori dai fatti.
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