Home » La storia di una baby rom sui libri delle elementari: rivolta dei genitori

La storia di una baby rom sui libri delle elementari: rivolta dei genitori

by Cristina Gauri
0 commento

20 settembre – Libri per le scuole elementari con storie illustrate di bambini rom. Che a scuola non ci vanno, perché stanno tutto al tempo a un semaforo o nella roulotte. Questo imparano i bambini di Pisa dall’estratto di Girogirotonda di Federico Taddia, edito da Mondadori, che è finito sul testo scolastico di cittadinanza attiva diffuso in molte elementari di Pisa e Toscana. La vita della piccola Dorin, che vive in una roulotte e vende fazzoletti e altri oggettini.

La piccola Dorin

Alcuni genitori di una elementare di Pisa, trovando il messaggio del libro fuorviante, hanno segnalato il caso. “Nelle schede che seguono non si parla mai di rispetto delle regole“, sostengono. L’europarlamentare della Lega Ceccardi ha raccolto le loro proteste. “Si legge ‘Dorin ha gli occhi grandi e neri, i capelli lunghi e ricci, il naso un po’ a punta, due orecchini piccoli piccoli e un neo tondo tondo sulla guancia destra. Dorin vive in un semaforo – afferma – Anzi, no, vive in una roulotte e vende fazzoletti e altri oggettini’”.

Potrebbe anche non sembrare nulla di strano, al primo impatto: “uno spaccato di vita quotidiana a cui assistiamo nelle nostre città. Ma questo racconto è stato inserito in un libro di testo della primaria: dove si dice che la bambina sbaglia ad accattonare e che non si abita in una roulotte? La realtà viene rovesciata”. Per la Ceccardi non è concepibile  “che situazioni al confine tra la legalità e l’illegalità siano prese come esempio positivo per formare le nuove generazioni”. E ancora: “L’integrazione è un principio sacrosanto che bisognerebbe insegnare ai genitori dei bambini stranieri. Assenti, invece, informazioni sul nostro Paese e sulla nostra cultura. Non si fanno riferimenti alle nostre tradizioni e leggi”. Immancabile poi il riferimento ai gender roles: “Frasi da completare in cui si chiede ai maschietti perché vorrebbero essere delle femmine e viceversa”.

Di diverso avviso è invece Alessandro Castellano, del Capitello: “Ognuno può leggere e interpretare la storia come vuole. Ma è inserita nel testo per mostrare agli alunni cosa vivono quotidianamente i loro compagni. E negli esercizi successivi si chiede quali diritti le sono negati! Un invito a riflettere”. Gli fa eco la preside di una delle scuole dove il libro è stato adottato, la prof Teresa Bonaccorsi: “Nel testo è citata la Convenzione internazionale sui diritti dei bambini del 1989. L’obiettivo è far meditare. Inoltre, l’adozione è passata dai consigli di classe, formati anche da genitori”. Evidentemente c’è qualcuno che non vede come problematico normalizzare il degrado e l’illegalità.

Cristina Gauri

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati