Roma, 23 gen – In questo pre-Festival infiammato da una polemica più inutile e ipocrita dell’altra, tutte incentrate sullo spauracchio del sessismo, c’è qualcuno che ha deciso di smorzare un po’ i toni del dibattito – crediamo uno dei più noiosi della storia di Sanremo: è Ornella Vanoni, che diciamocelo, a 85 anni suonati ormai non gliene frega più niente. Quello che le passa in testa lo dice, senza peli sulla lingua, più caustica e arzilla che mai.

Tante candele

La cantante milanese, infatti, ieri ha affidato a Twitter un pensiero che ben descrive la bassa qualità del dibattito sanremese di questi ultimi giorni: “Intorno al palco dell’Ariston invece dei fiori si potrebbero mettere tante, tante candele di Gwyneth Paltrow”. Si riferisce, ovviamente, alle ormai famose candele “all’odore della mia vagina” vendute dall’attrice americana sul suo sito di e-commerce Goop, andate presto esaurite. Come a dire: a Sanremo si sta parlando soltanto di problemi relativi alla f*ga. Tanto vale decorarci il palco. 

La candela in questione, venduta al modico costo di 75 euro, non è ovviamente aromatizzata agli afrori dell’organo riproduttivo della Paltrow – anche se ci sarebbe da discutere su come i media nostrani, e non solo, abbiano abboccato alla trovata pubblicitaria del nome usando toni tra il sensazionalistico e la vecchia zia indignata – ma è profumata alle fragranze di cedro, bergamotto e rosa di Damasco. Basta cercarla su Goop.

Basta polemiche

Insomma, la Vanoni pare essersi rotta delle polemiche: dalla partecipazione di Rula Jebreal alle infinite polemiche sul presunto maschilismo di Amadeus in conferenza stampa, passando per l’evocativo titolo della canzone proposta quest’anno da Achille Lauro Me ne frego, e last but not least la bufera sul rapper Junior Cally accusato di cantare canzoni intrise di sessismo, che istigherebbero addirittura al femminicidio. Della musica si ricorderà di parlare qualcuno?  

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

2 Commenti

  1. Odore di vagina?! Odore di vita e/o di morte? Ricordiamoci che dobbiamo morire… Altro che Sanremo vecchia maniera…

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