Home » L’Argentina e gli Usa, esempi opposti, una certezza: “Il debito” è un bluff

L’Argentina e gli Usa, esempi opposti, una certezza: “Il debito” è un bluff

by Stelio Fergola
0 commento
Argentina Usa

Roma, 11 dic – L’Argentina del neopresidente Javier Milei annuncia lacrime e sangue per contrastare la mancanza di soldi, gli Usa in dieci anni si votano leggi da soli per evitare il default nei conti, sostanzialmente immettendo denaro fresco nell’economia. Due universi, due galassie differenti. Quello dei subalterni e quello dei dominanti. In mezzo, l’unica certezza: il debito pubblico, il default, sono dei bluff.

Argentina opposto degli Usa. Milei lamenta la “mancanza di soldi”

Come riporta l’Ansa, Javier Milei giura sulla Costituzione della Repubblica argentina di fronte alle Camere riunite. Al grido di “libertà, libertà”, il nuovo capo del governo non usa mezze misure: “Non c’è alternativa all’aggiustamento e non c’è alternativa allo shock”, per l’Argentina. “Non ci sono soldi”, di conseguenza il programma di riforme e stabilizzazione economica “avrà un impatto sul livello di attività, di inflazione e di povertà”. Inoltre: “Attraverseremo un periodo di stagflazione ma sarà l’ultimo sorso amaro che dovrà deglutire l’Argentina. Abbiamo ricevuto la peggior eredità della storia”. Ovviamente, il cammino viene spacciato come “di crescita e redenzione”. Ma è la stessa “crescita” a cui siamo abituati da quando abbiamo la “fortuna” di far parte noi italiani nel patto di Maastricht: una “non crescita”. Fatta di lacrime e sangue dove l’unico obiettivo è tenere a posto i conti senza tenerli minimamente “a posto”, con l’unico risultato utile di sottostare allo strapotere dei mercati finanziari che decidono vita, morte e miracoli del destino di un Paese. In Sudamerica conoscono questa realtà da molto prima di noi italiani ed europei, per loro è soltanto l’ennesimo passaggio di una storia disgraziata in vita da almeno la metà del secolo scorso, quando già il mondo accerchiò Juan Domingo Peron per la sua politica di spesa pubblica. Il debito e il default da evitare come unico orizzonte, a costo di qualsiasi miseria e povertà. A meno che lo Stato protagonista non sia sufficientemente potente, si intenda. Perché in quel caso si può anche passare oltre.

L’unica vera mancanza: la forza geopolitica del Paese

La realtà è che l’unica discriminante – o quanto meno quella davvero decisiva nel computo generale – è la forza geopolitica del Paese in oggetto. Argentina e Usa lo dimostrano pienamente. I sudamericani si trovano, da sempre, a ballare con gli eterni conti da mettere a posto, con i prestiti Fmi da saldare, in una rincorsa continua, senza una fine. Gli statunitensi spendono e spandono grosso modo quanto gli pare, accumulano con la Cina un debito clamoroso, si votano da soli in dieci anni due leggi per “evitare il default” sostanzilamente immettendo denaro nell’economia. C’è una questione matematica dietro tutto questo? Macché, se non marginale. C’è soprattutto la forza, l’essere potenza. In questo caso superpotenza, che a livello mondiale il debito non lo paga. E il principale concorrente sul planisfero (la Cina) sa che non può chiederlo. Non c’è altro. Una situazioone – ovviamente semplificata in questa sede – a cui sono abituati da tempo immemnore Paesi africani, così come i Paesi sudamericani. E alla quale ci siamo ormai abituati anche noi italiani ed europei. Schiavi da decenni di un patto che ricalca in tutto e per tutto i guinzagli con cui l’Argentina di Milei non si può “votare leggi da sola” per evitare i default, come da “scuola Usa”. E come da chiunque conti davvero qualcosa in questo disastrato mondo.

Stelio Fergola

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati