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L’avversario si fa male, lei rinuncia a vincere: l’onore delle armi in una finale di scherma

by La Redazione
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Roma, 18 apr – L’onore delle armi ne dimostra la nobiltà e non solo il lato competitivo. Esiste la forza, esiste la violenza, esiste la voglia di vincere a qualsiasi costo, ma non per questo si può smettere di rispettare il rivale che si sta combattendo. Questo è avvenuto in una finale femminile dei campionati italiani di scherma Under 23 a Vercelli, come riportato da Sport Mediaset.

L’onore delle armi

Siamo alla  finale femminile dei campionati italiani Under 23 a Vercelli. In palio c’è anche un posto agli Europei di Budapest. Una di fronte all’altra, si trovano Gaia Traditi delle Fiamme Oro ed Emilia Rossatti dell’Accademia Bernardi Ferrara. La prima conduce sulla seconda 12-9 quando appoggia male un piede mentre indietreggia e si infortuna, anche seriamente, visto che “sente” la caviglia girarsi. L’avversaria Rossatti le viene incontro per soccorrerla. Intervento del medico di 5 minuti, poi la gara riparte. Ma la Traditi cammina a fatica, non è in grado di affrontare gli ultimi 17 secondi di gara. Così l’avversaria indietreggia, non offendendo, e rinunciando a una possibile vittoria, sotto gli applausi del pubblico. La Rossatti successivamente ha commentato così: “Non provare a vincere, dinanzi a un’avversaria, che è prima di tutto un’amica, infortunatasi, è la cosa più giusta che ho pensato di fare, e la rifarei altre mille molte”. La Traditi, ovviamente, replica sullo stesso tono: “Non so come ringraziarla”.

Non chiamatelo “fair play”

Debolezza, estrema correttezza o qualcos’altro? Diremmo decisamente la terza. E per carità, non chiamiamo tutto questo “fair play”, odioso come concetto prima ancora che per la lingua espressa. Non è un semplice “volemose bene alla globalista”, se dovessimo inquadrarlo in una sorta di “pietanza”, quanto osservato nella suddetta gara di scherma. C’è ben altro: la voglia di vincere contro un avversario nel pieno delle sue facoltà, il che conferisce la massima delle soddisfazioni. Perché abbattere uno zoppo, si sa, non è che sia molto onorevole. Nè tanto meno rispettoso nei suoi riguardi.

Alberto Celletti

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brutta ciao 22 Aprile 2023 - 11:28

E’ il minimo.

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