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Le contestazioni di chi vuole estinguersi

by Stelio Fergola
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Roma, 10 mag – Impossibile non commentare ulteriormente le scene vergognose viste ieri, circa le contestazioni al ministro per la Famiglia Eugenia Roccella durante gli Stati generali della natalità. Non tanto nel senso di una ulteriore e ormai futile ulteriore critica verso i sedicenti “giovani democratici”, quanto nella constatazione di un fatto incontrovertibile: la volontà di questa società di estinguersi. Non pronunciata magari, magari lasciata sotto traccia, spesso neanche consapevole, ma difficilmente ignorabile.

Le contestazioni dell’estinzione nel caso Roccella

Chi esprime il “decido io” già criticato ieri, sostanzialmente, si lascia completamente coinvolgere dal tema di una volontà individuale che nessuno contesta, imponendosi a tutti i costi di non recepire neanche il dato sociale di per sé. Ovvero, il fatto che ci stiamo estinguendo, tutti, italiani ed europei, ma è difficile capirlo per chi pensa non solo che non esistano popoli e culture, ma addirittura neanche le razze. O meglio, esse esistono fin quando sono esogene, magari asiatiche, nordafricane, ma in special modo subsahariane, mentre l’uomo bianco “classico” non ha la stessa dignità di esistere e di rimanere in questo mondo. Chi contesta la Roccella non capisce o non vuole capire che questo tema, con le decisioni di ognuno di noi, c’entra fino a un certo punto. Ma è lecito e sacrosanto provare a solleticare una idea di futuro che manca a tutti, sottoscritto compreso, in una società che ci ha educato per decenni all’indifferenza e alla morte. Chi contesta la Roccella impedendole di parlare non solo commette un atto di una gravità inaudita, ma estrinseca in modo violentissimo la sua voglia di non esistere, la sua assente idea di futuro, il suo menefreghismo generazionale.

Si può scegliere di non avere figli, ma andare contro la semplice idea è demenziale

Contestare anche la sola idea della natalità, recependola addirittura come un principio di oppressione, vuol dire essere dei malati sociali terminali. Perché in una società normale si penserebbe di non fare figli senza nutrire una forma di antipatia. Se Roccella sensibilizza sulla natalità, non ha alcun senso andargli contro. Non sta obbligando nessuno, non sta costringendo a maternità e gravidanze a oltranza. E contestarla mostra soltanto un volto deprimente, di chi non solo – legittimamente – vuole decidere per sé, ma si inacidisce anche solo se si prova ad aprire la mente ad altri ragionamenti. Specialmente se questi sono di sopravvivenza. Le contestazioni alla Roccella, è dura ammetterlo, rappresentano la nostra voglia – al momento irrecuperabile – di morire.

Stelio Fergola

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