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Lezioncine ed odio: così le bugie su Acca Larenzia si perpetuano a scuola

by Sergio Filacchioni
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scuola

Roma, 11 gen – Nonostante la poderosa macchina di disinformazione azionata dalla sinistra a partire dal 7 gennaio scorso, bisogna ammettere che la vera garanzia di perpetuazione di alcune bugie su fatti come la strage di Acca Larenzia è la scuola: da professori in malafede e studenti nostalgici delle Br, si riesce sempre a dimenticare che i quattro ragazzi assassinati non erano altro che studenti, impegnati politicamente sì, ma pur sempre studenti.

Acca Larenzia a scuola

Ecco quindi che a scuola vanno in scena le lezioncine di storia che nessuno ha richiesto, come nel caso del Prof. Amerigo Miranda che al Liceo Mamiani di Roma ha pensato bene di mischiare le carte con gli studenti: “Li ho provocati dicendo che in quella folla c’erano ragazzi della loro età, vestiti di nero, che facevano una manifestazione come allo stadio”, riferendosi al rito del presente – “Voi andate allo stadio? Lì si fanno queste manifestazioni?”. Insomma non ci si interroga sul perchè molti giovani siano richiamati da quel momento, ma si finisce per dare spago ai commenti sulla libertà che la polizia concederebbe ai Fascisti. Poco importa se tra quei ragazzi che vengono ricordati, due – ovvero Stefano Recchioni e Alberto Giaquinto – furono assassinati proprio dalle forze dell’ordine, il secondo ad un anno di distanza mentre si recava proprio ad una manifestazione di ricordo. Insomma, per il prof. “C’è tanto spaesamento perché ancora molti studenti non conoscono bene quel periodo storico e io insegnando Storia ho deciso di riprendere con loro il biennio rosso, le lotte operaie e contadine”. Le lezioni del Prof. Miranda insomma sono un classico esempio di disinformazione istituzionalizzata, che riesce nell’impresa diseducativa di assolvere un colpevole ed eleggerlo a vittima: l’antifascista.

L’odio che (non) ti aspetti

Vi ricordate il Liceo Michelangiolo di Firenze? Un anno fa la scuola balzò agli onori della cronaca perchè alcuni membri di un collettivo di sinistra tentarono con poco successo di far saltare il volantinaggio di un gruppo di ragazzi di destra: eppure, la narrazione che ne fu fatta fu il solito brodo di vittimismo in cui gli aggressori passarono per martiri a reti unificate. Stesso procedimento per il presente del 7 gennaio: cause ed effetti completamente ribaltati fino al parossismo. Ecco, dopo che gli stessi angioletti del collettivo avevano praticamente obbligato la sorella di uno degli studenti interessati dalla rissa ad abbandonare la scuola, in questi giorni non poteva che spuntare la lavagna addobbata ad un macabro richiamo: “Acca Larenzia che la storia si ripeta“. Ora non staremo qui a chiedere i colpevoli, è evidente che si tratti di ragazzi confusi che non sanno distinguere la vita da una fiction di Bellocchio (salvo poi ritrovarsi una “cinquina” stampata in volto), ma per sottolineare l’ipocrisia di un sistema scolastico occupato da presidi commissari politici e professori nostalgici della P38. Lezioncine ed odio: ecco come si alimentano e proliferano bugie tra le nuove generazioni. Quello che non si capisce è cosa si aspetta a “farli fuori”: professionalmente si intende. Perchè bisogna permettere al Signor Miranda e alle varie Annalisa Savino di continuare indisturbati nella loro opera?

La Redazione

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