Roma, 11 gen – Non si fermano le polemiche dopo la cerimonia del presente tenutasi il 7 gennaio in Via Acca Larenzia: appuntamento che ogni anni vede migliaia di persone ricordare tre studenti missini assassinati da un commando antifascista nel 1978. Dopo la macchina del fango attivata dai media mainstream e i politici di sinistra ci ha dovuto pensare Pietro Sansonetti a richiamare i “compagni” al buon senso.
Per Sansonetti nessuna violenza
Il direttore de L’Unità ha infatti rilasciato un commento sul suo profilo X che non è stato digerito molto bene ma che per l’onestà intellettuale dimostrata – non si può dire lo stesso di molti del centrodestra – merita di essere riportato: “Sono un vecchio comunista. Talvolta saluto anche col pugno chiuso . Ma se ci sono due o trecento fascisti che vogliono ricordare l’uccisione di alcuni ragazzi fascisti avvenuta 46 anni fa facendo il saluto fascista, che male c’è? Hanno commesso violenza? No. E allora?“. Non fa una piega. Eppure non c’è scampo: anche lui è stato subissato di commenti senza capo ne coda, commenti in cui un saluto romano viene equiparato ad un triplice omicidio. Evidentemente c’è nei vecchi compagni un briciolo di sale in zucca che agli eredi culturali e politici del Pci manca totalmente. Un’onestà che non è nuova a Sansonetti che già nel 2017 sul quotidiano Il Dubbio, era stato tra i pochissimi giornali a ricordare la strage con un lungo articolo che ne ricostruiva i fatti, nonostante, va detto, lasciasse intendere che la ricerca dei colpevoli non dovesse essere più prioritaria.
Sergio Filacchioni