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L’infinita, tragicomica storia dei cinghiali a Roma

by Stelio Fergola
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Cinghiali Roma emergenza

Roma, 13 mag – La città dei cinghiali? Che domande retoriche, ovviamente Roma! Le ultime vicissidutini di una storia d’amore ormai pluriennale non possono che farci riflettere su quella che, ormai, è epica del degrado.

I cinghiali e Roma, una storia di “amore”

Ancora si ricordano le parole di Vittorio Sgarbi all’allora sindaco uscente della città, Virginia Raggi, quando disse: “La Raggi ha reso Roma più vivibile…per i cinghiali”. Già. In realtà, la fantastica epopea dei cinghiali a Roma precede l’era del super primo cittadino grillino, risalendo addirittura ai primi mesi del 2015, quando la stampa mainstream notava un fatto curioso: l’invasione dei suddetti animali nella zona Nord della capitale. E così, tra i tanti, Repubblica titolava: Roma Nord, allarme cinghiali: Paura tra gli abitanti.

Da allora, la storia di naturismo degradante ed “ecosostenibile” (lasciateci divertire un po’) ha fatto proseliti. I cinghiali sono divenuti così tanto parte della capitale da espandere perfino le loro “influenze” a livello sanitario. Recentemente, la presenza animali infetti da peste suina africana e il caso registrato in città, hanno messo in allarme un po’ tutti. Perché a quel punto non si tratta più di semplice mala gestione, ma di un chiaro peggioramento di standard di vita ormai acquisiti da decenni nel contesto sociale in esame.

Insomma, i cinghiali sono ormai in simbiosi con la vita quotidiana dei romani. Una storia che, se non fosse tragica, potrebbe quasi essere raccontata con tonalità romantiche.

Una piccola testimonianza del mancato sviluppo

Già. L’Italia è un Paese che si impoverisce anno dopo anno. Magari non così velocemente, ma la strada è quella. Man mano che il degrado avanza inesorabile, livelli di benessere ai quali più o meno tutti siamo abituati dalla nascita, cominciano a venire meno. Tra questi, c’è perfino la sicurezza batteriologica e l’assenza di basilari comfort igienico-sanitari che ogni città civile dovrebbe possedere. Ed ecco che, di pari passo con la mancata risoluzione di uno dei problemi del secolo, ovvero lo smaltimento dei rifiuti, i cinghiali invadono. Prosperano. Con il rischio pure che infettino.

D’altronde è stata la stessa Oipa (l’Organizzazione internazionale protezione animali) a denunciare la causa principale (sebbene non unica) del problema proprio qualche giorno fa: i rifiuti. O, per dirla con popolana espressione dialettologica, la munnezza. Perché la munnezza, se non ritirata e smaltita regolarmente, ed aumentando la quantità di cibo scartato sulle strade, attira i simpatici animali, rendendo molto complicata la gestione del problema: “La causa principale dell’aumento della presenza dei cinghiali a Roma è l’annosissima emergenza rifiuti, diventata in questi ultimi anni molto grave”,come racconta Rita Corboli, delegata dell’Oipa, a RomaToday. Anche perché non è che i cinghiali aumentino. Semplicemente, si “concentrano”. Infatti, “i cinghiali sono sempre gli stessi, ma negli ultimi anni sono aumentati i rifiuti e le discariche a cielo aperto e quindi la disponibilità di cibo nelle vicinanze delle aree verdi dove vivono. Roma è la città più verde d’Europa ricca di fauna selvatica, che dovrebbe essere considerata una risorsa da gestire nel rispetto della vita e non un nemico da combattere”.

Come uscirne? Nello specifico, si tratta di questioni tecniche, che il Comune dovrà risolvere ad ogni costo, visto che si parla di standard essenziali di vita, per una società civile. Nel generico, il sospetto che il nostro impoverimento, il nostro degrado (con tutto ciò che ne consegue anche in termini di tenore di vita anche per questioni simili) sullo sfondo abbiano un qualche ruolo in questa disgraziata vicenda, obiettivamente, c’è.

Stelio Fergola

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1 commento

Loscuro 15 Maggio 2022 - 10:20

..ci sono nazioni che con la “monnezza” si arricchiscono riciclando i rifiuti….da noi “geniali italici” é troppo difficile…Di cinghiali ne abbiamo IMPORTATI a migliaia dai paesi dell’est perché dicevano che di cinghiali autoctoni ( molto piú piccoli) non ce ne erano piú a sufficienza per la caccia….ora i cinghiali “ucraini” abbondano mentre i piccoli cinghiali italici vengono ancora cacciati malgrado siano in estinzione….che gente geniale “italiota”……..

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