Roma, 30 gen – Non bastavano i danni economici degli ultimi vent’anni (e le protese delle ultime settimane di categorie produttive), ora l’Ue se la prende anche con il vocabolario, la sintassi, con tutto. Nella fattispecie, con parole ritenute d’ostacolo al superamento del cosiddetto “linguaggio di genere” come riporta Il Secolo d’Italia. Quello arcaico, superato, e aggiungiamoci patriarcale che non guasta mai.
L’Ue vuole cancellare “virile”, “fratello”, “sorella”…ma anche tanto altro
Per carità, le linee guida per “superare il linguaggio di genere” sono sacre e guai a contraddirle. E bisogna oltrepassare la cattiva società tradizionale, maschilista, patriarcale a qualsiasi costo. Ecco perché l’Ue ce l’ha tanto con l’aggettivo “virile”, perché rappresenta solo i maschi, dunque non è inclusivo. Meglio “energico” o “forte” che è più unisex e fa più trendy, diciamolo pure. In 61 pagine di delirio, Bruxelles ci dice come dobbiamo parlare e scrivere. Pensavate che l’ostilità di fermasse alla parola “virile”? Poveri illusi. Il circo equestre a stelle è molto più ricco! Non va bene nemmeno “stridulo”, il che sulle prime suona sorprendente. Cosa avrebbe che non va “stridulo”? Secondo l’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (Eige) e la sua direttrice, Virginija Langbakk, l’aggettivo avrebbe una connotazione esclusivamente femminile. E nemmeno quello va bene, perché si sa, prendersela con gli uomini è la priorità, ma anche le donne in quanto tali sono troppo definite senza alcuna fluidità. Meglio tagliare le gambe anche a loro, no?
Ci raccomandiamo: siate “sensibili al genere”
Parola d’ordine: sensibilità. Ed ecco che l’elenco delle stupidaggini si fa più ricco: ad esempio, l’espressione “terra di nessuno” utilizzata dalla prima guerra mondiale in avanti per indicare lo spazio tra due eserciti non potrà essere più tradotta con “no man’s land” ma solo con “unclaimed territory”. Perché man…beh, già avete capito. Andiamo avanti (tranquilli, a breve ci fermeremo): i fenomeni dell’Eige se la prendono anche con “fratello e sorella”. Sarebbe il maschile per primo ad essere incriminato, perché porrebbe la donna in una condizione di presunta inferiorità. Mentre invece non si capisce come, invertendo dovrebbe essere tutto a posto. Idem per “Re e regina”. Giammai l’uomo prima. Con le linee guida dell’Eige, insomma, Bruxelles dimostra per l’ennesima volta di avere ben chiare le priorità delle comunità sotto il suo controllo…oltre che di tenere allo sviluppo della cultura e soprattutto dell’intelligenza media.
Alberto Celletti