Già ieri più di un osservatore aveva fatto notare come in casi simili nel passato, l’atteggiamento dell’allenatore di Jesolo fosse stato ben diverso. Fu il caso degli insulti razzisti che il suo allora compagno di squadra Sinisa Mihajlovic indirizzò a Patrick Vieira, che per Mancini furono dovuti “all’agonismo esasperato che può portare a momenti di tensione e nervosismo”, fatto per il quale “qualche insulto ci può stare“. Ma fu il caso anche degli striscioni “discriminatori” contro i napoletani esibiti dagli interisti nel 2007: “era solo uno sfottò come ce ne sono tanti usi campi di calcio”.
Episodi che hanno contribuito non poco a rendere traballante la coerenza del Mancio, messa ora ulteriormente a dura prova dall’aneddoto riportato dal sito specializzato in notizie sulla Fiorentina, “Firenzeviola.it“. Secondo il portale fiorentino, nella stagione 2001-2002 quando Mancini si trovava sulla panchina della Fiorentina, nel corso di una conferenza stampa allo stadio Franchi, diede del “frocio” ad un giornalista con il quale stava discutendo animatamente, tanto da arrivare quasi alle mani. Riscopertosi così politicamente corretto da apparire quasi “boldriniano”, l’allenatore dell’Inter farebbe bene a fare mente locale e a ripensare a tutte quelle volte in cui si è comportato in maniera completamente opposta. Più da “uomo” che da “homo” (perdonate la battuta, ndr).
Davide Di Stefano
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