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“Una medaglia se resti a casa”. La pigrizia diventa eroismo nel terzo spot anticovid tedesco (Video)

by Cristina Gauri
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Roma, 18 nov – L’inettitudine, la pigrizia, l’assenza di slancio elevate ad eroismo. E’ questo il filone comunicativo su cui il governo tedesco sta martellando con una serie di spot – che Repubblica e Stampa si sono affrettati a definire «geniali» – per sensibilizzare soprattutto i giovani a restare a casa al fine di rallentare la diffusione del coronavirus. Nel 2020, l’anno della pandemia, il Paese si salva rimanendo chiusi in casa «come procioni», possibilmente spatasciati sul divano, ingozzandosi di cibo spazzatura e guardando Netflix.

I primi due spot

Eroe è chi – munito di pazienza e non di armi – elegge a trincea il proprio appartamento per non uscirne mai: questo il significato del primo spot (di cui abbiamo ampiamente parlato qualche giorno fa) dove protagonista è un anziano intervistato in un futuro immaginario, mentre racconta la propria «impresa eroica» contro il contagio, come se fosse un reduce di guerra del XX secolo. Un secondo video lo vede accompagnato dalla propria consorte che sostanzialmente conferma la narrazione del marito nel primo filmato.

Terza puntata: la medaglia

Ed ecco che il governo sforna la terza «pubblicità regresso»; siamo sempre nel futuro immaginario, un altro anziano ricorda le proprie «imprese eroiche» del 2020, anno del coronavirus. Addirittura lui mostra una medaglia. «Questo pezzo di metallo me lo misero al collo allora, nel 2020», spiega. «All’improvviso divenni un eroe, un cittadino modello. Nessuno se lo sarebbe aspettato da me», racconta l’uomo, che poi spiega il motivo: prima che scoppiasse la pandemia, l’uomo era un nerd 21enne grassoccio, che passava le giornate seduto davanti a due schermi di computer, in mutande e canottiera, mangiando «ravioli freddi» dalla scatola: «ero troppo pigro per riscaldarli», spiega.

Un dovere sociale

«Giocavo al computer senza alcuna ambizione». Benissimo, quindi! Perché «quando poi arrivò il coronavirus», a quel punto «Non fare niente a questo punto era diventato un dovere sociale» al fine di salvare vite. E lui, in questo, era un maestro. «Ci sono stati momenti speciali e difficile nel 2020, ma era molto semplice diventare un eroe», ricorda l’anziano. Molto semplice, sì. Bastava rinunciare a vita, ambizioni, sogni, futuro.

Cristina Gauri

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2 comments

fabio crociato 18 Novembre 2020 - 2:43

Mutuato dai detenuti politici…, eroi in cella! Le provocazioni non sono tutte infami!

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SergioM 18 Novembre 2020 - 9:40

Fuori dal BUNKER ,,, non c’ erano Tedeschi ….. a combattere per il
III reich c’ erano camerati della 33. Waffen-Grenadier-Division der SS “Charlemagne” ….. tedeschi … solo ragazzi della Hitler-Jugend, coi loro
PANZERFAUST . …..

Da tempo NON ci sono EROI in Germania ……

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