Roma, 29 apr – Giorgia Meloni quasi antieuropeista, com’era naturale che fosse. “Ci siamo battuti contro le follie ideologiche dell’Europa” è una frase che risalta. Ma in realtà non è nemmeno quello il punto su cui discutere. Nel corso del suo intervento all’evento “L’Italia cambia l’Europa” – che già di per sé è uno slogan, allo stato dei fatti attuale – il premier ha sparato alto. Altissimo. Scontato, visto che le elezioni sono ormai dietro l’angolo e fa parte del gioco iniziare ad alzare l’asticella delle dichiarazioni. Ma il capo del governo si è messo in una situazione che nel caso di prevedbile insuccesso la porterebbe davvero su una posizione pessima.
Meloni “antieuropeista” e la promessa: “In due anni stop a regole Ue su case e auto”
La questione è sempre la stessa: promettere e non mantenere può anche funzionare, e a lungo ha funzionato in politica, ma in questo periodo è più rischioso del solito. Dunque sì, il discorso non può eludere un ovvio scetticismo per le parole del presidente del Consiglio, che, per chi non le avesse udite, sono queste: “Nei prossimi due anni proveremo a modificare la normativa europea sulle abitazioni e sulle auto”. Boom. Sì, non è possibile l’equivoco, che in caso – stiamo ovviamente ragionando per assurdo – il premier dovrà chiarire, possibilmente prima del voto: si parla proprio della direttiva “ammazza casa”, o meglio “ammazza proprietari” approvata di recente e in discussione da decenni, che vincolerà i proprietari a spese folli spesso insostenibili (con l’ovvio risultato che, semplicemente, ci saranno sempre meno proprietari). Stesso discorso, ovviamente, per le auto elettriche imposte con la forza. “Nessuno nega che l’elettrico possa essere parte della soluzione”, dice, “ma sostenere nego che possa essere la sola, e sostenere il contrario è un’idiozia suicida“. È evidente che alla classe politica arrivi il “punto popolare” su un sistema che sta distruggendo sempre più i lavoratori italiani, di classe media o più inferiore che siano. Non si può fare a meno di ignorarlo, a meno di non essere arrivati a un punto di malafede che perfino noi riteniamo difficile da ritenere addirittura plausibile. Certo, c’è quel “proveremo” in testa al pensiero. Che ci conduce alle ovvie sensazioni successive…elettorali o meno che siano.
Ci si può fidare?
Impossibile non essere scettici, soprattutto per il tempismo oggettivamente troppo “sgamato”. La Meloni lancia la sua candidatura in Europa “accoppiandola” alla promessa di lotta ai programmi distruttivi green dell’Ue, gli stessi che in un sol colpo hanno messo ulteriormente in ginocchio pescatori, agricolori, proprietari di case, senza contare tutti gli altri, impossibili da elencare in modo esaustivo in questa sede. Insomma, si tratta di una frase dal peso notevole, paragonabile solo a chi promette di porre fine all’immigrazione di massa (senza peraltro riuscirci mai). Fare ragionamenti scettici è lecito, attendere è semplice, visto che non si ha nulla da perdere. Ma il premier, con questa affermazione, sta mettendo in gioco molta credibilità. In ogni caso non ci è permesso non augurare un in bocca al lupo, esattamente come abbiamo fatto nel caso di un Piano Mattei che al momento resta più teoria che sostanza: perché dovessimo essere sorpresi dalle evoluzioni potremmo solo guadagnarne.
Aurelio Del Monte