Home » “Memory”: Jessica Chastain nel più bel film d’amore degli ultimi anni

“Memory”: Jessica Chastain nel più bel film d’amore degli ultimi anni

by La Redazione
0 commento
Memory

Roma, 25 mar – Madre single della preadolescente Anna, la ex alcolizzata Sylvia, rampolla emarginata d’una famiglia benestante, vive in uno squallido quartiere di New York e lavora in una comunità per disabili psichici. A una rimpatriata del liceo incontra Saul, che in stato confusionale la segue in metropolitana; la famiglia – ricca – di Saul le propone di assistere l’uomo, vittima appena cinquantenne d’una incipiente demenza. L’incontro tra i due – lei, donna dal presente funestato dal passato, e lui, uomo che vive soltanto nel passato remoto – riporterà alla luce ricordi censurati da anni.

Due film omonimi ma diversi

Le riprese di questo Memory sono cominciate nel maggio del 2022: alla fine di aprile nei cinema USA (in Italia a settembre) usciva il Memory diretto da Martin Campbell, infelice film d’azione con Liam Neeson nei panni d’un sicario che lotta contro i primi sintomi della sindrome di Alzheimer per redimersi. Memory è benedetto da una coppia di protagonisti tanto validi quanto in armonia fra loro: Sylvia è Jessica Chastain, l’attrice più brava e affascinante della sua generazione; Saul è Peter Sarsgaard, caratterista che sinora non ha beneficiato di ruoli e film entusiasmanti. Isaac (il fratello di Saul) è Josh Charles, noto per il telefilm The Good Wife; torna sul grande schermo Jessica Harper, che dopo aver debuttato nella versione rock, firmata Brian De Palma, del musical Il fantasma del palcoscenico, era diventata una leggenda grazie al ruolo di Susy Benner (o Suzy Bannion), protagonista per Dario Argento di Suspiria, salvo poi dedicarsi alla famiglia e alla scrittura per bambini e prestarsi a pochi ruoli – fra cui Minority Report di Steven Spielberg e il remake (parecchio stravolto) di Suspiria, diretto da Luca Guadagnino. Nel classico horror di Argento era circondata da streghe; qui lei stessa ne interpreta una – Samantha, la madre crudele, classista e omertosa della tormentata Sylvia e della docile Olivia. Michel Franco, regista messicano che pur non sbancando al botteghino dispone spesso di attori di rilievo, è ossessionato – in ciò affine al nuovo maestro dell’horror, Ari Aster – dalle famiglie problematiche: nel suo precedente film, Sundown, Tim Roth evitava il funerale della madre infischiandosene delle reprimende della sorella, Charlotte Gainsbourg. Memory, superiore al pur originale Sundown, sta attirando più attenzione rispetto a esso: il protagonista, Peter Sarsgaard, ha ricevuto a Venezia la Coppa Volpi; il film sta attirando un discreto pubblico in Europa, qualche mese dopo gli scarsi incassi nelle sale (appositamente limitate) negli Stati Uniti. Eppure, Memory è uno dei film più pregevoli usciti in questi primi tre mesi dell’anno, assieme a due pietre miliari giapponesi (Il ragazzo e l’airone del sommo maestro dell’animazione, Hayao Miyazaki, e Perfect Days del tedesco Wim Wenders). Non da ultimo, Memory è un film serio sulla malattia mentale; purtroppo non resterà celebre come i due peggiori film al riguardo, Risvegli di Penny Marshall – Robert De Niro se ne vergogna ancora – e soprattutto Rain Man di Barry Levinson (l’Oscar assegnato a Dustin Hoffman per la sua oscena caricatura d’un autistico, a discapito del miglior Max von Sydow di sempre – Pelle alla conquista del mondo – è una delle più gravi infamie dell’Academy); Saul è un personaggio con una sua nobiltà, che affronta seriamente la malattia e le sue difficoltà; la sceneggiatura non cerca né pietismo né scenette commoventi, e il suo interprete – Sarsgaard giustamente premiato da miglior attore della scorsa Mostra di Venezia – lo ritrae con esatta compostezza.

“Memory”: un film quasi perfetto

Memory ha forse solo due difetti: i due protagonisti staccano di troppe lunghezze i comprimari (per quanto Jessica Harper, nonostante la prolungata assenza dai set, mostri di padroneggiare ancora il mestiere), e i momenti di catarsi paiono artificiosi – Sylvia che di colpo, in un paio di minuti, squaderna un orrore tenuto nascosto per decenni lascia un’impressione di innaturalezza. È comunque un grande dramma, che sorprende anche perché, pur presentato come un abisso di dolore senza speranza (non c’è invece alcuna speranza che lo scrivente perdoni gli organizzatori della mostra del cinema di Roma che nell’edizione ancora “coviddata” dell’ottobre 2021 gli preclusero un autografo della Chastain sul DVD di Zero Dark Thirty e già che c’eravamo anche su quello di Molly’s Game, ogni inquadratura della Divina Jessica ravviva il pensiero di quello smacco, come recita una hit dei belgi Hooverphonic: “Anger Never Dies”), è un film positivo: racconta due rinascite. È un film di sfumature, che commuove senza scadere nel sentimentalismo né nella caricatura del dolore, tantomeno nella psicologia spicciola: le caratterizzazioni sono complesse e tutt’altro per scontate, e il personaggio più negativo non è tanto Samantha – che nella sua ferocia ha almeno la franchezza di esprimersi duramente, dando del “malato di mente” a chiunque le capiti a tiro – quanto il suo scialbo genero, che non si smuove per il dolore della cognata Sylvia (poi liquidata con un atroce “è nei nostri pensieri”) ma si scandalizza perché lei finalmente lo sfoga senza pudore.

Sussurri e grida

Denis Villeneuve ha recentemente dichiarato (per fare un po’ l’artistoide; resta un grande regista, nonostante Dune giri un poco a vuoto) che le parole sono superflue al cinema (dovrebbe, a suo dire, essere soltanto uno spettacolo d’immagini e suoni): Memory è un grande film sulle parole: quelle che Sylvia grida per liberarsi dalla coltre di silenzio entro cui è stata costretta per anni, e quelle che lei e Saul non si dicono nella scena più bella, quella del loro autentico incontro: una di quelle scene che, grazie anche alla meravigliosa coppia Chastain-Sarsgaard, fa di Memory uno dei film d’amore più belli girati dopo il Duemila.

Tommaso de Brabant

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati