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L’euro a due velocità? La soluzione della Merkel è quasi peggio del male

by La Redazione
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euro due velocitàRoma, 7 feb – Per quanto possa essere di cattivo gusto, è giusto gongolare quando quello che si va dicendo oramai da anni si mostra in tutta la sua spietata semplicità persino a chi si è turato gli occhi per non vedere. Siamo stati fra i primi a dire che l’euro era un progetto demenziale, e sempre ci veniva risposto che la soluzione era avere più Europa, ovvero sempre meno sovranità nazionale. Addirittura ci veniva detto che mancavamo di “visione” e di “ideali” perché non consideravamo auspicabile il progetto unitario europeo, ovvero un progetto…americano e dichiaratamente ostile alla Russia, nostro partner fondamentale. Persino Angela Merkel, dopo Draghi, la cancelliera eterna, fiutato l’umore dell’elettorato tedesco ed in vista delle elezioni politiche prossime venture che vedono AfD come secondo partito nei sondaggi, pare essersi risvegliata dal torpore eurista ed osa pronunciare l’impronunciabile: l’euro non è irreversibile, può essere smantellato.

Certamente, non può permettersi di dire esattamente questo, e quindi si è messa a cianciare della vecchia fandonia dell’euro a due velocità o cose similari ma il senso è questo. Che la proposta di un euro a due velocità sia assolutamente inutile lo capirebbe anche un bambino: se un accordo di cambi fissi produce intrinsecamente cambio nominale svalutato per qualcuno e rivalutato per qualcun altro, cosa cambia se anche solo questo euro2 comprendesse, come sembra di capire, Italia, Spagna, Grecia, Portogallo e forse qualcun altro? Semplicemente, l’Italia diventerebbe la Germania del Sud e magari potrebbe risollevarsi un pochino estraendo surplus commerciali dai paesi più sfigati di lei, ma è veramente questo che vogliamo?

Bisogna metterselo in testa una volta per tutte: la Germania, con il suo modello di sviluppo storicamente fondato sulla compressione della domanda interna per favorire le esportazioni, è il maggior ostacolo esistente alla pacifica convivenza e ad una integrazione vagamente funzionale delle nazioni europee. Imitarla non può essere la strada per costruire quella che Mazzini chiamava “il banchetto delle nazioni sorelle” ovvero quella confederazione di Stati sovrani (in particolare, aggiungiamo noi, nella gestione economica e monetaria interna) accomunati dalla consapevolezza di appartenere ad un’unica civiltà di ispirazione romana. Civiltà che ovviamente la Germania ha sempre recisamente rifiutato, e questo pone un ulteriore problema. In generale, però, la strada per una Europa delle nazioni passa per un’altra strada, e sappiamo benissimo che prioritariamente sarà necessario fare quello che propone Marine Le Pen: uscire dall’Ue e dalla Nato, entrambi bracci armati dell’egemonia americana sull’Europa, e lasciare quindi la Germania al suo destino con un Marco che schizzerà velocemente alle stelle riequilibrando un minimo la sua bilancia commerciale oramai divenuta insostenibile persino per gli Usa.

Le dichiarazioni di Donald Trump e le ritorsioni americane attuate durante la precedente amministrazione (Volkswagen e Deutsche Banck in particolare) vanno lette in questa prospettiva: la Germania, senza la sua moneta, è una idrovora che assorbe domanda dal resto del mondo, gonfiando le proprie banche di crediti oramai di dubbia esigibilità e rappresentando un ostacolo per lo sviluppo dell’umanità, come del resto è sempre stato nella sua storia. Solo che, fino ad allora, i tedeschi non avevano mai avuto gli strumenti per farlo. Recuperare la nostra sovranità monetaria, improntare le nostre politiche interne alla piena occupazione ed allo Stato sociale e ricostruire faticosamente quella rete di relazioni che fu l’Europa di Vestfalia, fondata sul reciproco rispetto nazionale e sulla mutua cooperazione nello sviluppo e nella civiltà. Non può esistere altra strada per evitare la nostra dissoluzione come civiltà in favore di incubi disumani come la umma islamica, la Cina capital-comunista o l’impero americano.

Matteo Rovatti

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2 comments

Jean 7 Febbraio 2017 - 7:34

Quindi apprendo oggi che storicamente il nemico dell’Europa è la Germania.
Non la perfida Albione, non la Russia e la sua Guerra Patriottica sovietica e solo in seconda istanza gli USA ma sempre e soprattutto la Germania.

Sarà….

Jean

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Flussi 10 Febbraio 2017 - 6:00

“incubi disumani come la umma islamica, la Cina capital-comunista o l’impero americano” si sfregherebbero le mani dalla contentezza, a leggere articoli come questo, dove di semina discordia e divisione fra i popoli e nazioni europee, soprattutto instillando germanofobia verso l’unico soggetto che può (come in realtà sta facendo da sempre) opporsi proprio a quei nemici citati e trainare anche gli altri paesi da quel versante. No ma poi il bello è che si parla noi, italiani, come se facessero schifo loro e noi siamo impeccabili e perfetti… che siamo la barzelletta del pianeta terra… Con queste posizioni, con queste analisi, il Sistema può dormire sonni tranquilli…

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