Damasco, 7 feb – Le unità dell’esercito siriano che operano nella provincia orientale di Homs hanno intensificando nelle ultime ore le operazioni contro le postazioni dell’Isis ad Hayyan, riconquistando la principale zona di giacimento di gas naturale della Siria, e attorno all’abitato di Tadmur, ad ovest del sito archeologico di Palmira. Si tratta di un’avanzata fondamentale in termini energetici, considerata l’importanza dei giacimenti ma soprattutto strategici, vista la vicinanza della zona a Palmira.
L’ambasciatore russo in Siria, Alexander Kinshchak, in un’intervista alla Tass, agenzia stampa ufficiale di Mosca, ha dichiarato che le forze armate di Assad stanno tentando di riprendere il sito patrimonio Unesco grazie al supporto aereo dell’aviazione russa. “Per quanto riguarda l’aspetto militare in quell’area – ha detto Kinshchak – le forze governative siriane, sostenute dagli alleati, comprese le forze aerospaziali della Russia, stanno tentando di strappare l’iniziativa all’Isis”. L’ambasciatore ha specificato che “intensi combattimenti stanno avvenendo intorno alla base aerea T-4”, tra Homs e Palmira. Secondo Kinshchak “i jihadisti stanno subendo molte perdite e si stanno ritirando: manca ancora molta strada per Palmira ma non ho dubbi che il suo turno verrà presto”.
Nella zona al fianco dell’esercito regolare siriano stanno operando anche i Falchi del Deserto, che hanno contribuito in modo determinante alla riconquista di varie zone occupate dai terroristi di Al Nusra e dello Stato islamico. L‘obiettivo dei Falchi e delle forze armate di Damasco non è solo la ripresa di Palmira, ma la conseguente avanzata verso est al fine di sconfiggere l’Isis ad Al-Sukhanah, altra cittadina ricca di gas naturale, apripista per il corridoio diretto a Deir Ezzor, dove un pugno di soldati di Assad guidati dal Generale Issam Zahreddine resistono incredibilmente da anni accerchiati e sovente attaccati dall’Isis.
Eugenio Palazzini