Washington, 29 set – Nel pomeriggio di ieri la Nasa durante una conferenza stampa ha dichiarato che su Marte è stata rilevata l’evidenza della presenza di acqua allo stato liquido.
La sonda MRO (Mars Reconaissance Orbiter), in orbita intorno al pianeta sin dal 2006, ha fornito le immagini che dopo un attento studio durato anni hanno confermato inequivocabilmente la presenza di corsi d’acqua effimeri sulla superficie di Marte.
La scoperta su Marte è stata effettuata attraverso l’analisi di dati spettrografici che hanno evidenziato la presenza di particolari minerali i perclorati idrati
I perclorati sono stati rilevati in strutture morfologiche che sembrano dei corsi d’acqua e in realtà non sono una novità, dato che già le missioni Viking ne avevano rilevato la presenza, ma attraverso queste nuove analisi, cominciate nel 2010, dei dati forniti dall’MRO si è potuto stabilire che questi minerali (perclorati di magnesio, sodio e clorato di magnesio) sono in forma idrata, quindi contenenti delle molecole di acqua.
In particolare la sonda ha anche fornito evidenze morfologiche dello scorrimento dell’acqua: infatti sono stati notati dei “canali” stagionali formati dal flusso di questa. Niente a che vedere, ovviamente, coi canali osservati da Schiapparelli, ma è interessante notare che questi segni di scorrimento appaiano visibilmente più scuri durante la stagione marziana calda (con temperature al di sopra dei -23°C) mentre spariscano durante la stagione fredda.
Questo si spiega con la natura stessa dell’acqua marziana: difatti non ha la stessa concentrazione di sali che ha sulla terra bensì trattasi di acqua brina, ovvero con una concentrazione superiore all’80‰ (l’acqua marina ha una concentrazione media intorno al 34‰) che la rende molto densa e resistente in fase liquida alle bassissime temperature dell’estate marziana (alcuni perclorati resistono in fase liquida anche a -70°C), ma non abbastanza per resistere alle temperature invernali.
“Quando la maggior parte della gente parla di acqua su Marte, solitamente parlano di acqua fossile o congelata” dice Lujendra Ojha del Georgia Institute of Technology (Georgia Tech) di Atlanta “Adesso sappiamo che c’è di più da raccontare. Questa è la prima evidenza spettrale che inequivocabilmente supporta la nostra teoria della genesi dei RSL (Recurring Slope Lineae, i canali marziani) dovuta allo scorrimento di acqua liquida”.
Ovviamente questo non significa automaticamente che ci sia vita su Marte
Come già detto, l’acqua ha una concentrazione di sali molto alta che rende molto difficile la possibilità che si sviluppi, inoltre la sola presenza di acqua liquida non è l’unico fattore necessario per la vita su altri pianeti, ma questa scoperta apre il campo a futuri studi sulla possibilità che ha il Pianeta Rosso di supportare la vita in futuro.
Paolo Mauri