A Londra, si sa, alla pioggia sono abituati, tant’è che solo i turisti si portano appresso l’ombrello. Il londinese è fatalista, se piove ci si bagnerà, tanto può succedere ogni giorno, in qualunque momento. Ecco, ci vorrebbero far credere che per il terrorismo sia la stessa cosa. E invece no, non ci stancheremo mai di ripeterlo: il terrorismo rientra in un preciso modello, è figlio di determinate scelte e non di altre, ha a che fare con certi valori. Non è per caso o per lo spirito del tempo che Amri si trovava a Berlino, che Abdeslam si trovava allo Stade de France, che l’ancora ignoto terrorista “britannico” si trovava a Londra. Questa convivenza forzata fra popoli e culture è figlia di un modello di convivenza che ha fallito.
Esiste qualcuno (persone, partiti, ideologie) che ha aperto la porta all’invasore, che ha piazzato il nemico nei nostri quartieri. Esiste qualcuno che ha voluto, organizzato e sostenuto le “primavere arabe”, esiste qualcuno che ha condotto e sta conducendo una campagna contro la Siria, esiste qualcuno che ha armato i “foreign fighters” chiamandoli “ribelli moderati”. I popoli europei non devono “convivere” con tutto ciò, devono individuarne i responsabili e cacciarli a pedate, riprendendo in mano il proprio destino.
Adriano Scianca