Roma, 28 apr – Cristopher McCandless autobattezzatosi Alexander Supertramp ĆØ diventato il mito degli hipster che si vestono come taglialegna canadesi grazie al libro scritto da Jon KrakauerĀ Into the wild – nelle terre selvaggeĀ dal quale ĆØ stato tratto il film (instant cult) dallo stesso titolo, diretto da Sean Penn. Nel film (che, parliamoci chiaro, ĆØ quello che ha fatto guadagnare al McCandless “buon’anima” il maggior numero di fan) l’accento ĆØ posto sulla poeticitĆ della sua rinuncia ai beni terreni, come una sorta di San Francesco,Ā il coraggio di vivere una vita “on the road”, la storia di un ragazzo determinato che decide di vivere da solo in mezzo alla natura. Krakauer però, in realtĆ , dipinge nel libro un ritratto ben diverso: McCandless appare arrogante ed inesperto, un giovane di buona famiglia che senza alcuna preparazione decide di immergersi in una natura che non conosce. Muore pesando trenta chili avvelenato da bacche tossiche, non senza cercare aiuto prima di spirare l’ultimo respiro: ma avendo scelto la solitudine, il suo grido ĆØ rimasto inascoltato. Lo stesso Krakauer ĆØ un appassionato di escursionismo, ma in maniera esperta e misurata. McCandless ha, a modo suo, scelto la sua vita e la sua morte. Resta da capire, tuttavia, cosa ci trovino di romantico i fan partoriti da internet e dalla ricostruzione cinematografica (molto romanzata) della sua vita.Ā A queste persone consigliamo di leggere alcuni libri su esperienze di vita “alternative”, fatte di sopravvivenza e di convivenza con il mondo della natura.
5) La breve vita felice di Francis Macomber – Ernest Hemingway
Hemingway, ĆØ noto, amava molto la natura. Vissuto da piccolo sulle sponde del lago Michigan, sin dalla più tenera etĆ aveva familiaritĆ con la vita all’aria aperta e con l’occupazione più congeniale in quel lembo di America: la caccia. Hem amava molto anche l’Africa, estremo avamposto dell’avventura umana. Ma quello che amava più dell’Africa, della sua natura, di nuovo ĆØ la caccia. Il safari. Molti dei suoi racconti e dei suoi romanzi sono ambientati all'”ombra del Kilimangiaro“. Uno di questi ĆØ, appunto, Le nevi del Kilimangiaro, che con un virtuosismo stilistico e superomistico che soloĀ PapaĀ poteva mettere in pratica, parla di un uomo che con la gamba in gangrena riflette sulla sua vita fino al tragico incidente di caccia in Africa. All’avventura dedica anche Verdi colline d’Africa, Vero all’alba e infine, questo breve e intenso racconto. Francis Macomber ĆØ un uomo di cittĆ , sposato ad una donna che non lo stima. Da quando ĆØ arrivato in Africa e ha “fatto cilecca” per fifa al suo primo safari, vive all’ombra dell’affascinante guida Wilson che non pago di rubargli la faccia, gli ruba anche la donna. La natura però, un po’ come la morte per Totò, ĆØ una livella: Macomber uscirĆ dai panni borghesi, uscirĆ dalla paura e da sĆ© stesso. Ne pagherĆ le conseguenze ma, infine, grazie alla caccia, al roboante contesto africano, al contatto tribale col sangue e col coraggio, infine vivrĆ (brevemente) davvero.
4) Pensare come una montagna – A sand county almanac, di Aldo Leopold
Questo libro ĆØ del 1949 ĆØ la opera maior dell’ecologo, filosofo e ambientalista, Aldo Leopold il teorico (e fermo praticante) della wilderness: il principio per cui lāequilibrio tra natura e lāumanitĆ sta nella conservazione delle risorse e non nel loro spietato sfruttamento.Ā Molti sono i registri utilizzati da Leopold: a volte il libro sembra un saggio, a volte sembra un trattato, a volte, invece, un semplice diario filosofico. Il titolo originale (a sand county almanac) deriva dal fatto che la prima parte ĆØ una sorta di di almanacco della sua fattoria in Wisconsin, che di mese in mese illustra il cambiamento della natura. Poi Leopold passa a raccontare tutta una serie di avventure ed esperienze vissute in tutti gli Stati Uniti d’America, nella loro natura incontaminata. Leopold invita infine l’uomo a “pensare come una montagna”: pensarsi come un elemento della natura, fuggire dalla logica antropocentrica, rispettare l’armonia e l’organicitĆ della natura che lo circonda. “Noi tutti ci sforziamo di ottenere sicurezza, prosperitĆ , comfort, longevitĆ e prevedibilitĆ ” scrive Leopold “I cervi ci provano con le loro zampe flessuose, i mandriani con trappole e veleno, lo statista con la penna, la maggior parte di noi con macchine, voti e dollari ā ma in fondo tutto si riduce alla stessa cosa: vivere in pace. In una certa misura, raggiungere questo scopo ĆØ più che sufficiente, e forse ĆØ una condizione per poter pensare in maniera oggettiva; ma troppa sicurezza, a lungo andare, sembra produrre solo pericoli“.
3) Walden o la vita nei boschi – Henry David Thoureau
Quando si parla di libri che narrano del rapporto tra uomo e natura non si può non parlare del capolavoro di Thoureau, capostipite del genere e scritto meravigliosamente. In un certo, senso, Thoureau fece un esperimento “simile” a quello di McCandless. Si mise alla prova, cerando di vivereĀ in povertĆ e in semplicitĆ , apprezzando la natura in cui era immerso. Lo scrittore visse un una semplice capanna, che si era costruito da solo, sulle rive del lago Walden che dĆ il titolo al libro, nelle Massachusetts. Pubblicato nel 1854, sorprende per l’incredibile contemporaneitĆ nelle descrizioni che Thoureau da della natura, dei suoi cicli, l’intensitĆ e la sorpresa che quest’uomo prova davanti a spettacoli apparentemente semplici (le foglie che cambiano colore, il riflesso del cielo sul lago, la natura che diventa prima accogliente e poi impervia, maestosamente spaventosa) e che istantaneamente suscitano in lui il rispetto e l’amore che dobbiamo al mondo che ci circonda. Il pensiero filosofico che ne trae ĆØ cosƬ moderno che questo scritto diventò, negli anni sessanta del secolo scorso, un simbolo della cosiddetta “controcultura” americana,di quella che verrĆ poi definita beat generation.Ā
2) Pan – Knut Hamsun
“Ma ascolta, ascolta a oriente, a occidente. Non ĆØ Dio, lāeterno Dio? Questo silenzio che sento pulsare allāorecchio ĆØ il sangue dellāuniverso che ribolle, Dio che intesse le fibre del mondo e anche di me. Vedo, alla luce del fuoco, una ragnatela lucente, sento lo sciabordio di un battello sul mare, si accende a nord lāaurora boreale. Con tutta lāanima mia immortale ringrazio dāessere proprio io qui seduto, in questo momento!“. Uscito nel 1894, Pan divenne ĆØ forse il libro più amato di Hamsun.Ā Il breve romanzo ĆØ la storia del tenente Glahn che, girovagando, finisce in una baita sperduta, ai margini di una piccola cittadina rurale piccola della Norvegia settentrionale. Glahn ĆØ innamorato della “dura” Edvarda: ĆØ un eroe antiborghese, esplosivo, malinconico. Non vuole la societĆ : ĆØ orgogliosamente introverso. La sua esistenza vive dell’eco del canto di Pan, divinitĆ del bosco e della natura. La vita nella baita ĆØ aspra e dura e sembra non far altro che esaltarlo, facendogli talvolta commettere dei gesti (come quello di spararsi ad una gamba) che a noi e alla societĆ possono sembrare incomprensibili. Hamsun ĆØ uno scrittore “scorretto” condannato all’oblio per il suo appoggio al Nazismo: vinse, nel 1920, il premio Nobel. Poi, regalò la medaglia del premio nientemeno che a Joseph Goebbels. La sua fedeltĆ ideale non si spense: nel 1945 scrisse il necrologio per Adolf Hitler.
1 Le mille e una morte – Jack London
London e natura sono compagni di vita, di letteratura e di avventura. Lo scrittore di San Francisco ha trovato la sua “fortuna” nei romanzi delle viscere e delle anime animali, come Il richiamo della foresta e Zanna bianca. Ha visto tutti i risvolti del rapporto tra mondo naturale e mondo umano: avventure marinesche, animali eroici e natura matrigna crudele e selvaggia come quella dell’Alaska. Infatti la natura non ĆØ tanto vitalitĆ quanto rischio di perdere la vita, in mille maniere diverse, inaspettate, oppure banali, serene o crudeli. In questa raccolta di racconti c’ĆØ la summa di tutto ciò: c’ĆØĀ BĆ¢tard, la sfida eterna dell‘uomo contro il cane, un rapporto di odio implacabile. C’ĆØ la Polinesia afosa, oscura e minacciosa (quasi come il Vietnam del Colonnello Kurtz) delĀ Dio Rosso.Ā E c’ĆØ, soprattutto,Ā Preparare un fuocoĀ tragedia silenziosa ambientata nel bianco e grigio del Klondike, sul fiume Yukon.Ā Siamo aiĀ sessanta gradi sottozero: un uomo ĆØ in cammin insieme al suo husky per tornare al campo base. Vuol raggiungere i suoi amici prima del tramonto: ma il freddo ĆØ un coltello, inizia lentamente a gelare. L’uomo e il cane diventano sempre più distanti e sospettosi l’uno dell’altro. E’ la storia di un uomo che vede l’ultimo volto, quello più vero, quello più solitario, della natura, la grande antagonista.
Ilaria Paoletti