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Pavia, vergogna antifascista: distrutta la stele dei caduti della Rsi

by Giacomo Bianchini
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Pavia, 29 gen- Mentre il resto della sinistra italiana è impegnato nella strenua lotta in difesa dei passeggeri della nave Sea Watch, più a nord, a Ponte Crenna, località situata nelle colline in provincia di Pavia, l’antifascismo ha colpito ancora con una delle sue più tipiche azioni di coraggio: la distruzione della lapide dedicata ai militi della Repubblica Sociale Italiana. Lapide che era già stata vandalizzata a inizio anno ed era stata sistemata, a proprie spese, dai militanti dell’Associazione culturale Recordari, che unisce varie sigle della destra pavese, tra cui CasaPound Italia.

E sono proprio i ragazzi di Recordari, attraverso una nota, a commentare l’ennesimo gesto vile di un antifascismo sempre più patetico definendo i responsabili “mentecatti, incapaci di agire alla luce del sole”. “Facile prendersela con i morti e con i simboli del ricordo- prosegue la nota dell’associazione – dimostrando che per loro la guerra civile non è mai terminata”. Recordari assicura però che “la croce verrà nuovamente riparata e siamo pronti, questa volta, a scendere in piazza per difendere la memoria di chi può essere morto fisicamente, ma mai spiritualmente”.

Perché, di fatto, la sostanza è proprio in queste ultime righe dell’Associazione pavese: i caduti di Ponte Crenna, così come gli eroi che li precedettero nelle trincee della Grande Guerra o nelle sabbie infuocate di El Alamein, sono morti fisicamente, ma sono diventati esempio, ardono nonostante siano morti. Insomma, l’antitesi dell’antifascismo: spiritualmente mai pervenuto e ormai ridotto a muoversi a colpi di atti vandalici e improbabili hashtag.

Giacomo Bianchini

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Pavia, vergogna antifascista: distrutta la stele dei caduti della Rsi - AllNews24 29 Gennaio 2019 - 7:30

[…] Pavia, vergogna antifascista: distrutta la stele dei caduti della Rsi proviene da Il Primato […]

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Piero 30 Gennaio 2019 - 2:32

Ai miei tempi, i vandali che colpivano vigliaccamente nell’ombra venivano definiti “spaccacessi”. Inutile dire che non si trattava di persone stimate o riverite.
Un aneddoto: quando il capetto di un centro sociale – zecca arcinota in città per le sue smanie di protagonismo – ebbe la brillante idea di danneggiare la propria auto per poi piangere lacrime democratiche e antifasciste, gli fu risposto laconicamente: “Noi spacchiamo le teste, non le automobili”.
Non credo l’abbia mai capita, ma ricorderò per sempre la sua espressione sbigottita.

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Leonardo 30 Gennaio 2019 - 8:08

Perché chiamarli anti-fascisti quando il loro vero nome è estremisti di sinistra o comunisti.

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Luca 31 Gennaio 2019 - 1:12

Appunto, ste zecche della società

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anteo zamboni 30 Gennaio 2019 - 9:55

fatto bene… speriamo sempre di più

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Diabolik 31 Gennaio 2019 - 11:25

Merde sono e merdene restano con la diarrea….Cagano rosso.Noi ci sareme sempre,non e’ un monumento che fa la differenza,ma l’idea politica che restera’ in eterno.Potete rompere tutto quello che volete non c’interessa vermi umani…Noi ci saremo sempre,mettetevelo bene in testa….OK!!!……

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SpaccaCessi 17 Maggio 2020 - 9:27

????? No?? Spaccacessi significa tutto tranne questo… chi colpisce vigliaccamente nell’ombra si chiama figghi i sucaminchia

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