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Perché la Russia non è interessata a conquistare Kharkiv (e gli stessi ucraini lo ammettono)

by Alberto Celletti
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Russia Khakiv

Roma, 17 mag – Tralasciando le sparate del presidente ucraino Volodymyr Zelensky (il quale ha comunque ridimensionato i toni sulla questione nelle ultime 24 ore) non sembra assolutamente plausibile che la Russia tenti di prendere davvero Kharkiv, la città a nord est che in realtù era stata contesa dall’inizio delle ostilità. Questo per delle ragioni evidentemente tattiche, riassunte in un’analisi interessante di SkyTg24.

Perché la Russia non ha intenzione di conquistare Kharkiv

L’interessante, maggiore è che le versioni russe e ucraine sul dettaglo specifico coincidono, secondo quanto riportano le agenzie di stampa. O quanto meno, sono molto simili. Il presidente Vladimir Putin racconta esplicitamente alla Tass che “ad oggi non abbiamo piani per la conquista di Kharkiv”, e che il vero obiettivo dell’invasione dell’area ha come obiettivo quello di creare una “fascia di sicurezza” per fermare gli attacchi ucraini sulla regione russa di Belgorod. Putin ha anche ribadito quali siano le possibilità di accordo, e quanto esse possano riferirsi solo alla bozza delineata dalle parti nel marzo 2022 a Istanbul.

Questa la versione russa. L’ucraina – parlando di militari veri, non di politici – non è enormemente differente. Più che altro, invece che sul cuscinetto a difesa russa, si punta – come è logico che sia – su un’idea “crudele” del nemico. Almeno, questo si evince dalle parole del capo delle forze armate ucraine Oleksandr Syrskyi, il quale da un lato sottolinea come i combattimenti stiano destinati a intensificarsi in tutto il Nord Est, dall’altro come la zona Kharkiv occupata abbia permesso alla Russia di ampliare l’area dei combattiminti di 79 chilometri  il governo di Kiev a deviare le risorse nella regione. Prospettive, ovviamente diverse. Ma il nodo tattico appare sostanzialmente uguale.

Putin sembra sempre in attesa di un cenno occidentale

Non sappiamo quanto speranzoso o polemico, ma in ogni caso quello pare l’andazzo. Nonostante i rumori ad Ovest siano tutt’altro che pacifici, l’idea del Cremlino sembra più quella di costringere l’Ucraina a più miti consigli che non quella di spingere fino in  fondo: un atteggiamento che per la verità dà l’impressione di essere concreta dall’inizio di questa triste vicenda, ovvero dal 24 febbraio 2022. Oltre all’isolamento della zona, c’è poi il concreto obiettivo Donbass, da blincare con la cosiddetta tattica della “tenaglia”, dunque tenere bloccata Kharkiv e puntare deitti alla regione. Poi c’è il dispendio di energie che per la città – circa 1,2 milioni di persone – sarebbe eccessivo, infine la possibilità molto più facile di puntare a un comune più a Nord, quello di Chasiv Yar, decisamente più piccolo ma strategico per gli obiettivi del Cremlino di tenere sotto controllo le regioni orientali. Nel frattempo, non si ha niente da perdere se si aspetta una “sveglia” ad Ovest…per quanto remota essa possa essere. In ogni caso, i 278 chilometri quadrati conquistati dal Cremlino in una settimana possono sempre avere il loro peso.

Alberto Celletti

 

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