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Pompei, torna alla luce un salone decorato d’immagini della Guerra di Troia

by Sergio Filacchioni
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Pompei

Roma, 11 apr – Gli scavi archeologici di Pompei non smettono di meravigliare: un imponente salone da banchetto, dalle eleganti pareti nere decorate con soggetti mitologici ispirati alla guerra di Troia. Sono gli ambienti portati alla luce durante le attività di scavo in corso nell’insula 10 della Regio IX di Pompei. Ci potete scommette che gli affreschi non vi tradiranno come una serie Netflix!

Pompei e la Guerra di Troia

Un ambiente raffinato nel quale intrattenersi in momenti conviviali, tra banchetti e conversazioni, in cui si respirava l’alto tenore di vita testimoniato dall’ampiezza dello spazio, dalla presenza di affreschi e mosaici databili al III stile, dalla qualità artistica delle pitture e dalla scelta dei soggetti. Il tema dominante è quello dell’eroismo, per le raffigurazioni di coppie di eroi e divinità della guerra di Troia, ma anche del fato e al tempo stesso della possibilità che l’uomo ha di poter cambiare il proprio destino. Oltre a Elena e Paride, indicato in un’iscrizione greca tra le due figure con il suo altro nome ‘Alexandros’, appare sulle pareti del salone la figura di Cassandra, figlia di Priamo, in coppia con Apollo. Una vera e propria genealogia di Omero su pareti che erano “nere per evitare che si vedesse il fumo delle lucerne sui muri”. Qui – spiega il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegelci si riuniva per banchettare dopo il tramonto, la luce tremolante delle lucerne faceva sì che le immagini sembrassero muoversi, specie dopo qualche bicchiere di buon vino campano. Le coppie mitiche erano spunti per parlare del passato e della vita, solo apparentemente di carattere meramente amoroso. In realtà, parlano del rapporto tra individuo e destino”. Non possono non tornare in mente guardando le immagini le parole di Dominique Venner: “La storia è creatrice di sensi. All’effimero della condizione umana, oppone il sentimento dell’eternità delle generazioni e delle tradizioni”.

Sergio Filacchioni

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