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Prodotti locali negli agriturismi lombardi: per La Repubblica è “autarchia”

by Ilaria Paoletti
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Milano, 11 giu – Una nuova norma è stata proposta dal centrodestra al consiglio regionale della Lombardia: tale norma si prefigge di dare “particolare attenzione alla valorizzazione della cucina tradizionale e ai prodotti del territorio“. La nuova regolamentazione è stata accettata. Tra le nuove regole, anche quella che impone un massimo di 160 pasti al giorno e non più di 100 posti per l’alloggio.

Novità per agriturismi e vivaisti

Tale legge è in realtà una modifica della legge regionale 31 (testo unico in materia di Agricoltura, Foreste, Pesca e Sviluppo rurale) approvata nella seduta di oggi del consiglio regionale. I voti a favore sono stati 43 voti, uno contrario e 26 astenuti. Oltre a novità per quanto riguarda gli agriturismi, la norma interviene anche sul florovivaismo. In breve, la somma dei prodotti propri e quelli del territorio serviti ai clienti non deve essere inferiore all’80% del totale dei prodotti utilizzati durante l’anno. Non possono essere compresi prodotti ittici di provenienza marina e vini provenienti da altre regioni per il restante 20%.

“Prodotti del nostro territorio”

Relatore della legge è stato il consigliere segretario dell’Ufficio di presidenza Giovanni Malanchini della Lega. Secondo Malanchini, tale norma avrebbe degli effetti innegabilmente positivi  “sugli oltre 1650 agriturismi lombardi, innalzando il livello qualitativo dei servizi per i consumatori e facendo di queste realtà una vera e propria ‘vetrina’ per i prodotti agroalimentari del nostro territorio regionale”. Anche il presidente della commissione Agricoltura Ruggero Invernizzi, di Forza Italia che ritiene che tale provvedimento sia “una grande mano agli operatori del settore, ma anche ai consumatori”.

La Repubblica: “Niente più Chianti”

E fino a qui niente di male, giusto? Persino le opposizioni hanno avuto alcune obiezioni di carattere squisitamente tecnico. Ma per La Repubblica il sovranismo é dietro ogni angolo ed è il nemico pubblico numero uno: per cui una notizia di scarsa importanza politica come questa si parla di legge “autarchica” e, nel copy di condivisione su Facebook, lamenta “niente risotto ai frutti di mare e Chianti: solo pesce di lago e vini autoctoni”. Ci sarebbe da porre l’attenzione sul fatto che, molto spesso, gli agriturismi fanno della patente di tipicità e appartenenza al territorio il loro fiore all’occhiello, per cui questa legge non farebbe altro che assecondare e implementare tale tendenza. Ma, si sa, quando c’è qualcosa che pone attenzione alle proprie radici (che siano pure di natura enogastronomica) per La Repubblica cova del marcio. Questa legge dev’essere una perdita incommensurabile per i radical chic che dovranno accontentarsi, nei loro weekend vacanzieri, di quei “pochi” vini lombardi.

Ilaria Paoletti

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3 comments

Raffo 11 Giugno 2019 - 9:00

Giornale autoreferenziale, se vogliono mangiare il loro letame globalista facciano pure,invidiosi e vigliacchi autoreferenziali………..buona digestione. Ipocriti incompetenti.

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Luca 12 Giugno 2019 - 7:24

Il risotto ai frutti di mare si mangia al mare

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Torna DiBa e come al solita ruba la scena. Who do you think you are? Some kind of superstar. | Freeword and Friends Italia 18 Settembre 2020 - 3:46

[…] Il Centro-Destra deve diventare Italiano altrimenti io il centro-destra della salamella e del dialetto non glielo voterò MAI. Mi sembra chiaro che Attilio Fontana metterebbe la dogana tra la Lombardia e il resto dell’Italia fonte […]

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