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“Non faccio più il pugno chiuso da comunista: ho l’artrite”: Cofferati si confessa

by La Redazione
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cofferati

Roma, 22 ott — Cofferati tradito dalla sua stessa mano. L’ex segretario della Cgil, ospite alla trasmissione Un giorno da pecora su Rai Radio 1 ha confessato con non poca nostalgia di non fare più il segno del «pugno chiuso» comunista per impedimenti fisici dovuti all’età. Il sindacalista, in buona sostanza, non riesce più a stringere il pugno perché ha l’artrite. «Sono ancora comunista col sentimento, nel cuore, il pugno chiuso con la mano purtroppo non riesco più a farla perché ho l’artrite. L’età lascia qualche traccia a livello fisico…», ha raccontato a Giorgio Lauro e Geppi Cucciari l’ex parlamentare europeo eletto tra le file del Pd.

Cofferati non fa più il pugno chiuso: ha l’artrite

Chissà che il suo stesso fisico non gli stia comunicando qualcosa. Ad esempio l’incoerenza di dichiararsi «comunista con il cuore» e stringere idealmente il pugno evocativo di quei «compagni, dai campi e dalle officine» di cui parlava Pietrangeli in Contessa, per poi gettare fango sui portuali di Trieste, bollandoli come i peggiori criminali in circolazione. E’ accaduto nell’assai poco proletario salotto di L’Aria che tira, la trasmissione condotta da Myrta Merlino su La7. In quell’occasione Cofferati ha sfoderato tutta la propria empatia verso i lavoratori discriminati dall’introduzione del green pass obbligatorio sul luogo di lavoro: «Siamo di fronte all’ennesimo episodio di violenza, la sensazione è brutta. Di lavoratori non ce ne sono più in quella manifestazione, sono per lo più persone non meglio identificate unite nella loro follia dall’opposizione verso il vaccino e verso il green pass. Preoccupa l’uso anche verbale delle minacce».

Che manifestazione ha visto?

La domanda sorge dal cuore: quale manifestazione esattamente ha visto Cofferati dal momento che le uniche violenze — manganellate, decine di lacrimogeni, cariche con l’idrante, lo testimoniano ore e ore di testimonianze video — sono state perpetrate dalla polizia nei confronti di manifestanti seduti e con le mani alzate? Probabilmente con l’età l’ex sindacalista ha cominciato a provare simpatia per un’altra strofa della canzone Contessa. Quella dove parlano i padroni. «Che roba contessa, all’industria di Aldo/Han fatto uno sciopero quei quattro ignoranti/Volevano avere i salari aumentati/Gridavano, pensi, di esser sfruttati/E quando è arrivata la polizia/Quei pazzi straccioni han gridato più forte/Di sangue han sporcato il cortile e le porte/Chissa quanto tempo ci vorrà per pulire»…

Cristina Gauri

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1 commento

fabio crociato 22 Ottobre 2021 - 12:49

Per i veri compagni i sindacati non dovevano nemmeno esistere, quindi l’ artrite parte davvero prima dal cervello… Salvo che Cofferati voglia spiegarci, dire, che i sindacati occidentali erano e risultano solo strumentali.
Guardando anche da un altro punto di vista, nella foto è oltremodo coperto (forse è stato addirittura operato di tiroide), cosa è l’ alimentazione proletaria?! Cofferati, Cofferati con quella simpatia da bambola cinese…

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