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Raimo e la lista di proscrizione: un estremista consulente del Salone del libro

by Giorgio Nigra
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Roma, 4 mag – Nel comitato direttivo del Salone del libro di Torino, il più importante evento culturale italiano, figura un teorizzatore della riduzione degli spazi per i nemici ideologici, dell’antifascismo militante, della “vendetta” politica e del “menare forte” i fascisti, termine in cui del resto egli include l’intero universo sovranista. Il suo nome è Christian Raimo. L’edizione 2019 dell’evento torinese, in  programma dal 9 al 13 maggio, parte sotto questi auspici: liste di proscrizione e chiamate alle armi antifasciste.

Il caso Altaforte

Galeotto fu il libro di Chiara Giannini, che ha intervistato Matteo Salvini in un saggio in uscita per i tipi di Altaforte (Io sono Matteo Salvini, che uscirà proprio in occasione della kermesse torinese, nella quale la casa editrice avrà un suo stand). Capita, tuttavia, che nell’Italia del 2019 persino un’intervista al vicepremier e ministro degli Interni possa essere scambiata per un attentato alla democrazia. Allarmato da questa intollerabile provocazione (una casa editrice al Salone del libro, dove andremo a finire), il direttore dell’evento, lo scrittore Nicola Lagioia, ha scritto su Facebook una lunga supercazzola per spiegare che, purtroppo, pare che la censura bella e buona e la selezione politica preventiva degli espositori sia ancora impraticabile, spiegando però che negli stand non sarà consentito fare campagna elettorale. Peccato che nessuno avesse intenzione di farla. In calce al lungo intervento, figura l’elenco completo dei nomi di chi siede nel comitato editoriale della kermesse. Tra cui c’è anche lo scrittore e giornalista Christian Raimo, che del resto, sulla sua pagina, ha condiviso lo status e rilanciato con un suo alluvionale commento, poi fatto sparire e si capisce bene perché.

Il delirio di Raimo

Il succo del discorso è che “i neofascisti si stanno riorganizzando”, ovviamente sotto l’egida di Salvini. Del resto “i neofascisti si sono presi sempre di più uno spazio egemonico nel dibattito pubblico”. Dopo aver deplorato che “Acca Larentia o la commemorazione di Ramelli da roba per sfigati (sic) sono diventati luoghi cool”, Raimo lancia la sua personale lista di proscrizione: prima spiega che a Pietrangelo Buttafuoco “non gli darei tutto questo spazio” al Salone del libro. Poi dichiara che “Alessandro Giuli, Francesco Borgonovo, Adriano Scianca, Francesco Giubilei, tutti i giorni in tv, sui giornali, sostengono un razzismo esplicito”. Un vero elenco di nemici del popolo da epurare, o forse da colpire fisicamente, dato che il lungo post si intitola “l’antifascismo è militante o non è”. E quali siano i metodi dell’antifascismo militante, del resto ampiamente rivendicati da Raimo, lo sappiamo bene. Alcuni dei citati – nessuno dei quali, a nostra memoria, ha mai sostenuto alcun razzismo, implicito o esplicito – hanno già annunciato querela nei confronti di Raimo. Si capisce, quindi, perché lo status sia scomparso. Giova ricordare, per inquadrare questo post nel suo contesto, che qualche mese fa Raimo aveva scritto, a proposito di Marcello Foa e del potere gialloverde: “Ma presto, sono convinto, arriverà non l’opposizione, non la critica, non il contrasto, non il conflitto. Presto arriverà la vendetta e sarà spietata”. La stessa persona, nell’agosto del 2017, poneva queste parole a corredo di un video: “Quest’intervista di Christopher Hitchens a un suprematista e a un membro del Ku Klux Klan è un pezzo di giornalismo esemplare. Con una dialettica rigorosa Hitchens smonta le contraddizione dell’ideologia fascista. È così con i fascisti, o hai l’intelligenza e l’applicazione di Hitchens e li umili, oppure li meni forte”. Giova ricordare che per Raimo “fascisti” sono tutti i sovranisti e populisti, ovviamente. Tutti da “menare forte”.

Il Salone del Libro deve prendere le distanze

Il Salone Internazionale del Libro di Torino può tollerare nel suo comitato editoriale una persona con queste idee e questa concezione del dibattito pubblico? Lo chiediamo soprattutto agli enti che sostengono l’evento e che, da sito ufficiale, sono: Regione PiemonteCittà di TorinoCompagnia di San Paolo Fondazione CRT, MiBAC Centro per il libro e la letturaAssociazione delle Fondazioni di origine bancaria del PiemonteItalian Trade Agency ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italianeFondazione Sicilia Fondazione con il Sud,  Direzione Generale Cinema del Ministero dei beni e delle attività culturali. Da loro gradiremmo avere una risposta.

Giorgio Nigra

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12 comments

Piero 4 Maggio 2019 - 6:13

Se scrivessi come bisognerebbe procedere in questi casi mi denuncerebbero seduta stante.
Tempus loquendi, tempus tacendi…

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Raffo 4 Maggio 2019 - 8:32

Tipico esempio di rozzo e tribale comunista, violento, anti-italiano e vergognosamente sinistro……… ovvero vigliacco e miserabile , razzista contro i patrioti, esempio lampanta di delinquenza morale e materiale che ti colpisce con ignavia alle spalle, senza dignità e senza onore……….. vomitevole e nauseabonda matrice comunistoide.

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Jos 4 Maggio 2019 - 9:49

..il massimo che può ” menare” è il ca**o….

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Mario 5 Maggio 2019 - 1:15

Il solito residuo bellico degli anni di piombo, il tipico Katanga, fiancheggiatore del peggior Terrorismo Rosso.

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Massimo 5 Maggio 2019 - 3:20

Ma poi chi dovrebbe menare forte lui, con quella faccia da fesso …

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