Home » Riforma del catasto: una trappola per il prossimo governo

Riforma del catasto: una trappola per il prossimo governo

by Tommaso Alessandro De Filippo
0 commento
catasto

Roma, 5 dic – Assistiamo dal principio dell’attuale esecutivo a roboanti promesse basate su una rinascita economica da ottenere nei prossimi anni. Il governo Draghi sembrerebbe certo di potersi rivelare fautore di un boom economico addirittura superiore a quello che sconvolse positivamente l’Italia nel secolo scorso. Eppure, analizzandone le scelte politiche è difficile rispecchiarsi in tali convinzioni. In primis, è necessario ricordare come la base per costruire un futuro vincente sia la coscienza (e la difesa) di ciò che attualmente si possiede e si è guadagnato con lavoro e sacrificio. Pertanto, è doveroso lanciare un grido d’allarme sulla riforma del catasto, punto bollente della delega fiscale decisa dal governo Draghi.

Cosa cela la riforma del catasto

In occasione dell’arrivo in aula il premier si era precipitato in conferenza stampa ad annunciare che “nessuno avrebbe pagato di più e nessuno di meno”. Dichiarazione che potrebbe donare maggiore serenità ai proprietari (già falcidiati da una patrimoniale di 9 e passa miliardi di euro sul mattone). Fu lo stesso Draghi a contraddirsi, dichiarando successivamente che il contribuente medio “non si sarebbe accorto di nulla per quanto riguarda il catasto”. Annuncio che esplicita chiaramente come i contribuenti ritenuti sopra la media potrebbero subire ulteriore aumento di tassazione. Di tali rischi si è occupato Federico Punzi sulle colonne di Atlantico Quotidiano, esponendo giustamente delle perplessità sul comportamento in parte passivo del centrodestra in materia.

Per giungere ad un ricalcolo delle rendite serivranno almeno cinque anni. Uno spazio temporale che terminerà nel pieno della futura legislatura. Giunti al 2026 con la riforma del catato completata, il nuovo governo si potrebbe trovare così una vera e propria “trappola” sulla scrivania, pronta a colpire i contribuenti. In tale scenario è tristemente osservabile il silenzio di (quasi) tutte le associazioni di categoria interessate. La sola Confedilizia, presieduta da Giorgio Spaziani Testa, sta meritevolmente denunciando le condizioni di rischio che potrebbero tramutarsi in un salasso nei prossimi anni.

Tommaso Alessandro De Filippo

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati