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E se lo scontro di civiltà non fosse quello che pensiamo?

by La Redazione
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salafiti mondialistiRoma, 14 apr – Dopo la Serbia che mai ci aveva fatto nulla; dopo l’Iraq che ci comprava le navi, che faceva lavorare la Saipem e ci forniva ottimo petrolio; dopo la Libia che ci vendeva a prezzi stracciati gli idrocarburi e conteneva le maree di immigrati africani; dopo la Siria, di cui eravamo il terzo partner commerciale; dopo l’Iran per ora non ancora ricuperato al ruolo di nostro secondo fornitore di idrocarburi e primo acquirente di prodotti industriali nell’area, ci stiamo per giocare anche l’Egitto.

A pensar male, si sa, si fa peccato, ma sembra sempre di più che i fallaciani, con la loro stupida idea di un Occidente liberaldemocratico a guida americana contrapposta ad un islam fanatico ed intollerante, tendano a nascondere una scomoda eventualità. E se i salafiti (in senso generale) a codesto Occidente in realtà piacciano assai?

Non è proprio una infatuazione recente, per chi abbia una seppur minima memoria storica. In effetti, in Serbia il grande Milosevic è stato arrestato ed ucciso all’Aja poprio per aver difeso il suo popolo dalle barbarie maomettane. Radovan Karadzic, il poeta difensore dei serbi bosniaci è accusato ancora oggi del massacro di 8000 musulmani a Srebrenica, provato mai avvenuto, ma servito a coprire i 3.500 serbi uccisi dal boia islamista Naser Oric e i 1000 musulmani fatti ammazzare dallo stesso salafita Izetbegovic. Izetbegovic è quello, per chi non lo sapesse, che ha chiamato nei Balcani i Fratelli Musulmani, armati fino ai denti per massacrare i serbi bosniaci di fede ortodossa con la benedizione dei media occidentali per cui ovviamente essi erano “partigiani”.

Non parliamo poi dell’Iraq, della Siria e della Libia, in cui si è perfettamente visto come la teppaglia salafita sia, per così dire, “funzionale” ai desiderata Nato. Anche in Egitto ci stavano riuscendo, con il governo salafita di Morsi (uomo dell’anno secondo Time), eletto con appena il 13% dei suffragi, cacciato via da una sollevazione popolare con sommo rammarico dei suoi sponsor d’oltreatlantico.

Non a caso Al Sisi è a sua volta caduto oramai nella spirale della “reductio ad hitlerum” precedentemente attribuita a Milosevic ed a tutti gli statisti in qualche misura sgraditi al dipartimento di Stato Usa ed ai pennivendoli di regime, con i report strappalacrime delle Ong occidentali che ci raccontano ogni giorno (per gentile intercessione del FQ, di Repubblica, del Corriere, ecc…) degli arresti, delle detenzioni, delle torture, ecc…

Chi lo sa, magari verrà pure fuori che l’ampliamento del canale di Suez di cui abbiamo parlato in realtà serve per nascondere armi chimiche. Una scusa un po’ vecchiotta ma buona per tutte le stagioni, un po’ come la pizza napoletana.

In effetti, chi ha per obbiettivo la Umma islamica cosmopolita, antinazionale ed universalistica, non pare essere poi molto diverso dai mondialisti con le scarpe da 2000 dollari della City di Londra o analoghe entità.

Al Sisi ha poi avuto l’ardire di aiutare militarmente il generale Khalifa Haftar a cacciare gli islamisti da Bengasi, colpa imperdonabile, che infatti gli è costata una notevole recrudescenza del terrorismo salafita in patria.

In tutto questo la morte alquanto oscura di Regeni (membro dell’Oxford Analytica, la società privata di spionaggio fondata da John Negroponte) che è divenuto il casus belli per rompere le relazioni economiche e diplomatiche fra Italia ed Egitto. Laddove, viceversa, la priorità sarebbe quella di una alleanza contro gli assassini di massa della Unna, nella versione della Fratellanza Musulmana, che tengono in ostaggio una nazione come l’Egitto avendo capito che non serve a nulla fare la faccia buona dei “moderati” e dei “rivoluzionari”. Il giochino del poliziotto buono (laFratellanza) e del poliziotto cattivo (gli jihadisti dell’IS e di Al Quaeda) è stato superato dagli eventi.

Rimane il dubbio iniziale: e se all’Occidente piacessero i salafiti? E se la guerra non fosse fra Occidente e islam, ma fra sovranisti e mondialisti (liberali e salafiti)?

Matteo Rovatti

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1 commento

rino 14 Aprile 2016 - 1:47

Eh sì, è proprio così.
Anche perché bisognerà pur dire un giorno ai nostri nipoti che se dei bianchi con gli occhi azzurri (e magari la kippah in testa) vivono a Damasco o a Baghdad è perché questi valorosi occidentali hanno avuto il coraggio di combattere e sconfiggere le barbare armate islamiche che volevano assoggettarci..
Assad e il fu Saddam non vanno proprio bene per il ruolo di antagonisti nell’epopea dello scontro di civiltà.

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