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Salvini pronto a fare marcia indietro? Il Pd e la paura del “contro inciucio”

by Davide Di Stefano
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Roma, 15 ago – Nella crisi di governo più pazza del mondo tutto è possibile. Il nuovo retroscena che inizia a circolare è sorprendente: Matteo Salvini sarebbe pronto a non votare la mozione di sfiducia a Giuseppe Conte e intenzionato a mettere in piedi una nuova alleanza con i 5 Stelle. Dopo aver dato vita ad una crisi di governo a Ferragosto, costretto i parlamentari a “muovere il culo” e tornare in Aula e aver ribadito più volte di voler andare al voto il prima possibile, il segretario della Lega potrebbe fare una clamorosa marcia indietro. Ovviamente è solo una ipotesi, anche nelle dichiarazioni Salvini conferma che il 20 agosto i suoi voteranno compatti per la sfiducia a Giuseppe Conte.

Il Pd è terrorizzato

Eppure “la faccia a Salvini non mancherebbe”, assicurano dalle parti del Partito democratico. I dem sono i più terrorizzati all’idea del “contro inciucio” che il ministro dell’Interno potrebbe realizzare. Certo, la frattura con Conte e i 5 Stelle forse è troppo grande, come dimostra in queste ore anche il caso “Open Arms”, dove la saldatura tra il Pd, i 5 Stelle e la sinistra in genere assomiglia ad un’anticipazione di quello che sarà il prossimo “governo istituzionale”. Tutti contro Salvini è la linea politica di queste ore. Esiste dunque lo spazio per uno spericolato dietrofront del leader leghista? “Dopo aver perso la possibilità di andare al voto subito perderemmo anche la faccia”, è il pensiero diffuso in via Bellerio. Dalle parti del Nazareno però, la preoccupazione esiste.

Qualcuno tra i dem avrebbe visto “dei segnali” tangibili di un possibile riavvicinamento Salvini-Di Maio, che a questo darebbe una chiave di lettura diversa anche alla mossa salviniana sul taglio dei parlamentari. Nel Pd adesso inizia a circolare il rimpianto per non aver accelerato i tempi della crisi e dover aspettare il 20 agosto per votare la sfiducia al premier Conte. Con il rischio del “contro inciucio”. Tra le motivazioni che spingerebbero il segretario leghista a cercare un nuovo accordo con Di Maio ci sarebbe una sorta di “tradimento” di Zingaretti, che, secondo un retroscena del Corriere della Sera, avrebbe dato rassicurazioni a Salvini sul voto anticipato per poi fare marcia indietro dopo aver ricevuto “una perentoria telefonata di Prodi”.

Giorgetti furioso con Salvini

Ci sono poi le dichiarazioni di Giorgetti a pesare. Il sottosegretario leghista, consigliere di Salvini e “garante dei poteri forti dentro la Lega” secondo l’ala dura pentastellata, avrebbe pesantemente criticato il segretario leghista per le tempistiche della crisi: “Per mesi gli ho detto “stacca stacca”. E quando gli ho detto di non farlo, lui ha annunciato la crisi. Ma andasse…”. A questo punto lo stesso Salvini, ritrovatosi isolato e con il progetto del voto in autunno naufragato, avrebbe affidato allo stesso Giorgetti il compito di ricucire con Di Maio. Proprio il sottosegretario, tra i più insofferenti ai grillini, avrebbe l’ingrato compito. Paradossi della politica, che di questi tempi però ci ha abituato a tutto e non ci sorprende più nulla. Nemmeno un eventuale clamorosa marcia indietro di Salvini il prossimo 20 agosto.

Davide Di Stefano

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ugo 15 Agosto 2019 - 12:08

Non sarebbe una brutta mossa, invece. Fateci un pensierino, includendo i possibili sviluppi successivi.

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