Rimini, 10 giu – Imbrattava un muro scrivendo “Sbirri morti” ma non si era accorto di avere gli sbirri proprio alle sue spalle. Una “svista” che è costata una denuncia a un giovane ventenne di Rimini, fermato nella notte di sabato da una pattuglia delle Volanti della Polizia di Stato facente parte degli equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine, aggregati a Rimini di supporto alle pattuglie presenti per l’attività di prevenzione e controllo del territorio. Il ragazzo, incensurato e in compagnia di alcuni coetanei, è stato colto sul fatto proprio mentre vergava con un pennarello rosso sul muro di un negozio di calzature ubicato nei pressi del piazzale Benedetto Croce la scritta: “SBIRRI MORTI 10 100 1000 SBIRRI MORTI”. Una frase che da sempre ricorre come un ritornello sui muri di molte città italiane. Sorpreso dagli agenti, il ragazzo ha tentato di liberarsi del pennarello nascondendolo in una fioriera nei pressi del negozio, cercando di allontanarsi velocemente. Ma gli agenti lo hanno raggiunto di lì a poco, identificandolo e denunciandolo a piede libero per oltraggio ad un Corpo dello Stato e deturpamento e imbrattamento di cose altrui.

Cristina Gauri

 

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

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