Roma, 20 apr – Stop alla presenza dello scrittore Antonio Scurati, che questa sera su Rai3, nella puntata di CheSarà, doveva proporre un monologo sul 25 aprile: ad annunciarlo è stata la conduttrice del programma Serena Bortone con un post su Instagram, in cui spiega di aver appreso “con sgomento, e per puro caso, che il contratto di Scurati era stato annullato“.
Scurati piange censura
“Finché quella parola – antifascismo – non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana”. Concludeva così la solita menata sul 25 aprile, vergata da Antonio Scurati per attaccare con la scusa della Liberazione il Governo Meloni. Fortunatamente per le nostre gonadi non andrà mai in onda, anche se questo non ci salverà dalle solite lacrime di coccodrillo di chi dopo decenni di assoluto controllo culturale piange censura. La premier Meloni “si è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura neofascista di provenienza: ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l’esperienza fascista, ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola “antifascismo” in occasione del 25 aprile 2023)”. Lo ha detto il povero Scurati, sempre nel monologo. “Nessuna censura. La partecipazione dello scrittore Antonio Scurati alla trasmissione Che sarà…, condotta da Serena Bortone, non è mai stata messa in discussione”. A dirlo è il direttore dell’Approfondimento Rai, Paolo Corsini, che precisa come siano in corso accertamenti “di natura economica e contrattuale”.”Nessuna censura. La partecipazione dello scrittore Antonio Scurati alla trasmissione Che sarà…, condotta da Serena Bortone, non è mai stata messa in discussione, come dimostrano i comunicati stampa e gli elenchi ospiti ad uso interno”, afferma Corsini in una nota. “Credo sia opportuno non confondere aspetti editoriali con quelli di natura economica e contrattuale, sui quali sono in corso accertamenti – spiega – a causa di cifre più elevate di quelle previste e altri aspetti promozionali da chiarire connessi al rapporto tra lo scrittore e altri editori concorrenti”. In soldoni si tratta di soldi: l’antifascismo non si è mai sponsorizzato da solo d’altronde.
La Redazione