Roma, 10 mar – Si faceva chiamare Dani, affermava di venire da Maiorca, e frequentava i centri sociali di Barcellona. Di lavoro installava impianti aerazione, o almeno così diceva lui. In realtà era un agente sotto copertura della Policìa Nacional, con l’obbiettivo di infiltrarsi e tenere d’occhio gli ambienti anarchici catalani. Un’operazione che ha portato avanti per due anni, dal 2020 fino al 2022. Ma ora è finito sotto accusa, con alcune attiviste, con le quali ha avuto rapporti sentimentali e sessuali durante gli anni sotto copertura, che parlano di “violenza sessuale istituzionalizzata”.
La storia di Dani, poliziotto infiltrato nell’estrema sinistra
La vicenda è stata resa nota dal giornale spagnolo Directa, che ha raccolto i racconti di otto donne appartenenti all’estrema sinistra spagnola. Secondo queste ultime, l’uomo avrebbe flirtato e intrapreso relazioni con loro per potersi accreditare all’interno del mondo anarchico e carpire informazioni. Daniel Hernàndez Pons, questa l’identità fittizia del poliziotto, era in apparenza una ragazzo sulla trentina con tanta voglia di divertirsi e un orientamento politico fortemente di sinistra. Grazie ai suoi flirt sarebbe riuscito a farsi introdurre in diversi spazi e gruppi politici. È il caso della Kasa de la Muntanya, centro sociale occupato nel quartiere Salut di Barcellona, dove avrebbe preso parte a un concerto di hip hop antifascisita, o della Cinètika, che sul proprio sito si definisce “uno spazio occupato, anticapitalista, autonomo, e femminista”, dove avrebbe assiste a diverse proeizioni cinematografiche sul patriarcato, o dei collettivi Meridiana Resisteix e Ateneu l’Harmonia, facendo parte del Coordinamento antirepressivo di Saint Andreau, o ancora del sindacato Cgt.
La scoperta dell’attività sotto copertura e le accuse
L’attività sotto copertura di Dani è terminata verosimilmente nell’autunno dello scorso anno e sono cominciate a circolare alcune sue foto con la divisa della Policìa Nacional. Un vero e proprio choc per alcune delle ragazze che aveva frequentato. Cinque delle otto attiviste contattate da Directa si sono rivolte al centro per i diritti umani Iridia e hanno scelto di sporgere denuncia per abuso, delitto contro l’integrità morale, rivelazione di segreti e privazione dell’esercizio di diritti fondamentali, parlando di “violenza sessuale istituzionalizzata”. Una delle dirette interessate ha affermato: “Non c’è riparazione possibile quando sai di essere stuprata da un agente della Policìa Nacional”. Un’altra ha descritto la sua reazione alla notizia in questo modo: “Quando ho visto la foto in cui esce con la divisa della polizia, ho provato molta rabbia e non riuscivo nemmeno a parlare”.
Michele Iozzino
1 commento
Spero che prima le abbia fatto fare una doccia e soprattutto lo shampoo