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Sì al voto ai sedicenni. Anche perché i pensionati votano (quasi) tutti Pd

by Davide Di Stefano
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giovani italiani

Roma, 1 ott – Nell’era del consenso volatile chi sta al governo ha sempre bisogno di qualcosa di “cotto e mangiato” da dare in pasto all’opinione pubblica. Cosa ha fatto Renzi? Gli 80 euro. Cosa ha fatto Salvini? I porti chiusi. Cosa ha fatto il Conte bis? Il voto ai sedicenni. Vero, falso o demagogico che sia non conta: serve qualcosa di comprensibile da “elencare” nelle interviste e nei talk show. Meglio se gratis ovviamente, visto che tirare fuori qualche misura “bandiera” dai numeretti della legge di bilancio è sempre difficile. Meglio se non divisivo come lo Ius Soli, misura non proprio popolare tra gli italiani, verso la quale Di Maio e diversi esponenti dem mostrano una certa freddezza.

Il Pd galvanizzato dai sondaggi sul voto giovanile

Ecco allora che dalle schiere più laterali del Pd arriva l’idea: diamo il voto ai sedicenni. A lanciare la proposta è stato Enrico Letta, esponente Pd solitamente piuttosto silenzioso e defilato. Non è un caso che a lanciarla sia stata proprio una figura quasi “terza” come Letta, permettendo così ai 5 Stelle di poter abbracciare subito la proposta. Di Maio del resto non poteva non aderire entusiasticamente, visto che l’abbassamento dell’età per il voto a 16 anni è da sempre nei programmi del Movimento, anche se ormai i pentastellati non godono più di un consenso così ampio e le percentuali di consenso tra i giovani sono in linea con quelle degli over 35.

Alla base del rinnovato interesse del Partito Democratico per il voto giovanile c’è un sondaggio realizzato da Quorum/YouTrend il 29 agosto scorso e pubblicato da SkyTg24, che dimostrerebbe come le quotazioni dei dem sarebbero in risalita nella fascia 18-34. Oltre il 28% dei giovani voterebbe oggi per il Pd, mentre nella fascia 35-54 la percentuale si abbasserebbe fino al 18%, per poi attestarsi al 22% negli over 55 (in linea con il dato nazionale). Insomma i dem sono convinti di accaparrarsi i voti della “generazione Greta”, mentre per i 5 Stelle la cosa non cambierebbe molto sotto il profilo del consenso, ma gli consentirebbe di poter rivendicare una battaglia “storica”.

E gli allarmi sui giovani populisti?

Ma è proprio così? I nostri giovani si sono allineati ai loro colleghi anglosassoni, quelli che da sempre sostengono i democratici alle elezioni Usa (60% per Obama e 55% per la Clinton nelle ultime elezioni presidenziali), o quelli che si sono fatti “rubare il futuro” dai vecchi britannici, disertando le urne e facendo così vincere il sì alla Brexit? Probabilmente no, anche perché un conto sono i sondaggi, un conto i dati reali. Solo pochi mesi fa un sito di sinistra come Wired, lanciava l’allarme sui “giovani che votano in massa Salvini”, riscontrando come alle ultime Europee la Lega abbia ottenuto addirittura il 38% tra chi per la prima vota si recava in un seggio elettorale. Per il Pd invece il dato tra il voto dei giovanissimi e quello generale era pressoché identico.

I dati reali raccontano un’altra storia

Sicuramente c’è una differenza tra i sondaggi e i dati reali, inoltre le ultime rilevazioni YouTrend fanno riferimento alla fascia 18-34, e non a quella 18-24 che sarebbe molto più indicativa di un possibile voto dei sedicenni. Alle elezioni politiche del 2018 la Lega e il Movimento 5 Stelle insieme hanno ottenuto circa il 60% nella fascia 18-24, mentre CasaPound ha sfiorato quasi il 4%. Insomma nella fascia relativa agli elettori appena maggiorenni, i populisti/sovranisti stavano oltre il 65% nel 2018. E i dem? Fermi al 15% tra gli under 25 (a fronte di una media generale del 18%), mentre sfondavano il muro del 26% tra gli over 65. Questo un anno fa.

Nelle scuole meglio CasaPound

E’ possibile ora che il Pd pensi di fare incetta di voti nelle scuole superiori grazie all’effetto Greta? Difficile. Forse i sondaggi andrebbero presi con più calma, l’ipotesi di risvegliarsi e scoprire di essere ancora il “partito dei pensionati” è dietro l’angolo. Anche perché i nostri studenti non sono tutti “gretini”. Fu proprio l’Espresso in una sua inchiesta, ripresa dal Primato Nazionale, a dimostrare che se votassero solo gli studenti delle superiori CasaPound sarebbe al 9%. E’ vero, la tartaruga frecciata non si candida più. Ma quei consensi non finiranno certo dalle parti del Nazareno.

Davide Di Stefano

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