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“Silenzio Usa” sulle violenze israeliane, le dichiarazioni di Abu Mazen

by Sergio Filacchioni
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Abu Mazen

Roma, 2 giu – Il presidente palestinese Abu Mazen ha denunciato in una telefonata con il segretario di stato Antony Blinken “il silenzio Usa” e quello “della comunità internazionale” sulle “provocazioni e le pratiche israeliane, che violano palesemente il diritto internazionale”. Lo ha riferito l’agenzia Wafa, secondo cui Abu Mazen ha voluto sottolineare che “l’attuale situazione non può essere tollerata in assenza di un orizzonte politico e di protezione internazionale per il popolo palestinese”. Per questo il presidente ha poi dichiarato che saranno adottate “misure per far fronte a questa escalation israeliana”.

Abu Mazen vs Blinken

L’amministrazione Usa – ha aggiunto Abu Mazen, sempre secondo la Wafa – deve “trasformare le sue parole in azioni”, e non si deve “accontentare della politica di condanna” sulle “misure unilaterali” da parte di Israele perché la “situazione sul campo non è più accettabile”. Il presidente palestinese ha detto di riferirsi in particolare a quanto sta succedendo a Gerusalemme “con gli attacchi alla moschea di Al-Aqsa da parte di gruppi estremisti di coloni, alle preghiere nei suoi cortili e al consenso a questi gruppi estremisti di alzare bandiere israeliane”. Per questo il presidente palestinese ha parlato di “violazione dello status quo” non solo sulla Spianata delle moschee ma anche per la Chiesa del Santo Sepolcro.  Nel colloquio Blinken ha riaffermato l’impegno dell’amministrazione Biden per la Soluzione dei due stati, per “il fermo dell’espansione degli insediamenti” e delle “azioni unilaterali da entrambe le parti”. Blinken ha anche confermato “l’impegno dell’amministrazione per la riapertura del consolato degli Usa a Gerusalemme” e che l’amministrazione statunitense invierà “una delegazione di alto livello” per preparare “la visita del presidente Biden e discutere tutte le questioni sollevate dal presidente Abu Mazen”. Infine Blinken – sempre secondo la Wafa – ha espresso l’approvazione Usa per “l’indagine sull’omicidio della giornalista Shireen Abu Akleh, con l’obiettivo di perseguire e ritenere responsabili gli assassini”.

Israele non sarà più riconosciuta

Intanto, l’Anp (Autorità Nazionale Palestinese) – organismo politico di autogoverno -sta valutando la possibilità di sospendere il riconoscimento di Israele – avvenuto nel 1994. Secondo quanto riferisce il sito di informazione israeliano Ynet, vuole farlo prima dell’arrivo nella regione, questo mese, del presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Se sarà confermata, questa mossa e il taglio del coordinamento di sicurezza con Israele sarebbe parte di quei “passi” della dirigenza palestinese annunciati dal presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Abu Mazen nella telefonata. “Se il presidente Biden pensa di incontrare Abu Mazen – ha detto una fonte palestinese citata da Ynet – offrendo solo un modesto pacchetto di aiuti economici, allora è meglio che non venga per niente”.

Sergio Filacchioni

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