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Quando la sinistra attacca Salvini, ma finisce solo per umiliarsi

by Valerio Benedetti
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Roma, 9 apr – La controversa politica dei «porti chiusi», se non ha debellato completamente la piaga dell’immigrazione illegale, è perlomeno riuscita a compiere un miracolo: ricompattare quell’area litigiosa e allo sbando che siamo soliti chiamare «sinistra». Il problema è che la sinistra, nel momento in cui individua il suo nemico mortale (e ritrova l’unità perduta), invece di rafforzarsi, si indebolisce. E si umilia, in forme sempre più patetiche. È successo ai tempi con Berlusconi e sta succedendo ora con Salvini. Prendiamo un recente articolo comparso su The Post Internazionale, alias Tpi. Ebbene, il quotidiano online, costola dell’Espresso, ha pubblicato ieri un commento con il seguente titolo: Buon appetito, ministro Salvini: verrà il tempo di fare i conti con la Storia. Ecco, si tratta di un condensato di idee e umori che rivelano alla perfezione la forma mentis della sinistra autorazzista.

Se la frustrazione si fa truffa

Ma andiamo per gradi. L’autore è tale Giulio Cavalli, un teatrante quarantenne che si è distino per spettacoli sulla Resistenza e sul G8 di Genova, e ha militato con la defunta Italia dei valori, poi con Sel e, infine, con Possibile di Pippo Civati. Sin dal principio della stretta salviniana sull’immigrazione, Cavalli aveva mostrato la sua contrarietà aderendo alla pagliacciata delle barchette di carta, evoluzione dei già patetici gessetti colorati. Di recente, invece, ci ha deliziati con un articolo pubblicato su Linkiesta in cui ci invitava a scegliere tra Greta Thunberg (brava e pacifica) e i gilet gialli (brutti e violenti). Insomma, il pedigree del soggetto è chiaro. Ebbene, il nuovo articolo riporta come immagine di copertina un’illustrazione che è tutta un programma: Salvini mangia un gelato mentre sullo sfondo si vede un piccolo migrante morto. Unito al titolo, il messaggio dell’illustrazione è chiaro: Salvini mangia giulivo il suo fiero pasto mentre i «migranti» muoiono a causa sua. Peccato che il bambino morto dell’immagine sia il tristemente noto Alan Kurdi, piccolo siriano deceduto nel 2015 sulle coste turche, e non ha quindi nulla a che fare con i «porti chiusi» di Salvini. Insomma, già l’illustrazione è tutto un programma.

I numeri, questi sconosciuti

Il contenuto dell’articolo, del resto, ben si sposa con l’immagine truffaldina: «Porti chiusi – scrive Cavalli – accenderà nella memoria la stessa indignazione delle camere a gas [sic!], con l’unica differenza che questi si riempiono i polmoni di acqua in fondo al mare e che ti va bene che non si vedono nemmeno, non fanno nemmeno fumo, non escono dai camini, al massimo li trovi, ma solo qualcuno, bolliti e spiaggiati come dei pesci vestiti». E ancora: «Che schifo che deve fare la politica quando mentre la fai devi sperare che non ci siano troppi curiosi in giro, devi credere che la gente si berrà una narrazione che è contraddetta dalla comunità internazionale, dia numeri, dai fatti e da quei cadaveri che qualche Ong si intestardisce di mostrarci». Di quali numeri parli il prode Cavalli non è dato sapere. Quelli che conosciamo noi, invece, sono stati forniti, tra gli altri, dai servizi segreti e ci dicono che, conti alla mano, la politica dei porti chiusi – e l’assenza delle Ong nel Mediterraneo – ha diminuito sensibilmente la tratta degli esseri umani e, quindi, anche le morti in mare.

L’empatia, ovvero la «pancia della gente»

Ma tutto questo passa in secondo piano, se l’obiettivo dell’autore è semplicemente quello di vellicare l’empatia, ossia – detto in altri termini – di parlare alla pancia della gente: «Buon appetito, ministro Salvini – conclude Cavalli – verrà un tempo in cui ci saranno da fare i conti con la Storia, la Storia chiede sempre il conto, e non vorrei essere nei tuoi panni quando da padre di famiglia dovrai raccontare che il Mediterraneo è diventato un cimitero liquido in cui al massimo, quando ti andava male, usciva qualche scarpina dall’oblò di un finestrino. Ti illudi di fermare la gente che scappa dalla fame e dal piombo. E mai nella Storia si è fermata la gente che scappa dalla fame e dal piombo. Buon appetito, Salvini». Questo è lo stato della sinistra «intellettuale» nell’anno di grazia 2019. Auguri.

Valerio Benedetti

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2 comments

blackwater 9 Aprile 2019 - 11:16

a casa mia se scappi dal piombo sei un disertore e per quanto concerne la “fame” questi signori qui…
a me sembrano piuttosto scappati dai BIG Mc,patatine fritte e cola grande.

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Cesare 9 Aprile 2019 - 1:37

Esiste il reato di “abuso della credulità popolare” che si attua con le menzogne; possibile che nessuno paghi?

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