Roma, 15 giu – Dopo sette mesi di silenzio che aveva fatto temere il peggio agli scienziati dell’Esa, il lander della sonda Rosetta, Philae, è tornato a dare segni di vita.
Ne ha dato l’annuncio via Twitter la stessa Agenzia Spaziale Europea nella giornata di ieri e ha fatto sapere, tramite le parole del dr. Stephan Ulamec, project manager della missione, che “Philae sta molto bene: ha una temperatura operativa di – 35°C e ha 24 Watt disponibili, il lander è pronto per le operazioni”.
Nella giornata di sabato 13, per 85 secondi Philae ha “parlato” con la sonda Rosetta in orbita intorno alla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, dopo che a fine novembre dello scorso anno se ne era perso il contatto a causa di un malfunzionamento in fase di atterraggio. Nonostante questo il lander ha raccolto un’enorme quantità di dati nelle prime, ed uniche, sessanta ore di attività sulla superficie della cometa; dati che saranno studiati per anni dagli scienziati europei. Tra questi, stimano i ricercatori dell’Esa, ci saranno anche quelli che permetteranno di stabilire le cause della “perdita” del lander e del suo risveglio, sebbene ci sia già il sospetto che sia stata dovuta al fatto che Philae è atterrato in un cratere, la cui ombra non ha permesso di ricaricare a sufficienza le batterie.
Il costante avvicinamento della cometa al Sole (il perielio è previsto per il 13 agosto), con eventuali piccoli cambi nei parametri orbitali della cometa, potrebbero avere apportato dei benefici al lander aumentando la quantità di radiazione solare ricevuta.
Ora finalmente, dopo mesi di silenzio e previsioni non molto rosee, i ricercatori possono essere ottimisti attendendo di analizzare i più di 8mila pacchetti di dati che il lander Philae ha immagazzinato sino ad oggi.
Paolo Mauri
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