Il Muztagh Ata tuttavia non ha fatto sconti, e fedele alla sua fama ha contrastato l’alpinista lucchese con vento forte e neve. Alla fine però la tenda è stata montata, e Bergamini è potuto ridiscendere al campo base. Dopo una notte in basso e poi tornato al campo 1 per dormirci, senza avere problemi di acclimatamento. Ha così proseguito per il campo 2, ad un’altezza di poco superiore ai 6200 metri. Qui ha subito passato la notte, da solo, in quanto il gruppo a cui si era aggregato ha preferito fermarsi più in basso.
Quest’altalena fra i campi è fondamentale per preparare sia il materiale necessario per raggiungere la cima, che il corpo. I passaggi fra le altezze dei vari campi fanno acclimatare il corpo, e dicono all’alpinista se avrà le gambe per tentare la vetta (e la schiena, visti gli oltre 15 chili dello zaino che si porta dietro).
Bergamini ha avuto le risposte che cercava, e per questo è tornato al campo base, ipotizzando di non montare il campo 3. Al campo base riposerà qualche giorno, ammirando da basso la vetta che tenterà a breve di guardare negli occhi.
Simone Pellico
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