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Polifenoli, l’oro nascosto nelle olive mediterranee: lo studio del Cnr

by Francesco Meneguzzo
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Approfondimento sui polifenoli delle olive – Roberto Crea fondatore di CreAgri

Palermo, 5 giu – È l’italiano Roberto Crea, biochimico calabrese da anni trasferitosi in California e fondatore della Creagri, Inc., ad aver fatto da pioniere negli studi sui polifenoli delle olive, le cui multiformi applicazioni stanno ora diffondendosi in tutto il mondo.

A spiegarne le ricerche, unitamente agli aspetti chimici e biochimici, alle tecnologie di estrazione e alle applicazioni emergenti, è lo studio congiunto fra Cnr e Politecnico di Lisbona pubblicato oggi dal European Journal of Lipid Science and Technology col titolo “Extraction, Benefits and Valorization of Olive Polyphenols”.

Il quadro che emerge è chiaro – sostiene Rosaria Ciriminna del Cnr, Istituto per lo studio dei materiali nanostrutturati di Palermo, primo autore dello studio – queste preziose molecole prive di effetti collaterali estratte con le tecnologie della chimica verde saranno utilizzate nei più svariati campi, dalla medicina all’industria dei cosmetici passando per gli integratori e i cibi funzionali, molto al di là dei Paesi del bacino del Mediterraneo dove l’olivo è coltivato da più di 5000 anni”.

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Struttura molecolare del Verbascoside, un polifenolo caratteristico della polpa delle olive

Utilizzati da tempo come antiossidanti in cibi, bevande e cosmetici, i polifenoli delle olive, e in particolare l’idrossitirosolo e il verbascoside, svolgono una potente azione antiossidante particolarmente indicata nel trattamento e nella prevenzione delle infiammazioni, e dunque di numerose patologie dovute ai radicali liberi in eccesso formati in seguito allo stress ossidativo. E infatti sono già numerosi i prodotti nutraceutici commercializzati per applicazioni che vanno dal trattamento dell’osteoporosi a quello di patologie della pelle.

L’estrazione dei polifenoli dagli scarti di produzione dell’olio di oliva – aggiunge Laura Ilharco, del Politecnico di Lisbonaè un esempio eminente di come gli scarti agricoli siano in realtà fonte di preziose sostanze che stiamo imparando a rivalutare”.

Un tema – conclude la portoghese Ilharco, tra i maggiori chimici europei – del tutto in linea con quelli dell’Expo che ospitate in Italia”.

Francesco Meneguzzo

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