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Uno swastika sul Danubio: la prima scrittura comparve in Europa?

by Giorgio Nigra
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bulgariaRoma, 22 ago – Ma quale Mesopotamia, ma quale Egitto, la scrittura, e tutto quel che ne consegue in termini di civiltà, potrebbe essere comparsa per la prima volta in Europa. In Bulgaria, per la precisione. Ne sono convinti gli archeologi del Museo storiografico della città di Pleven. Qui, un team di studiosi ha ritrovato un antichissimo frammento, probabilmente di un vaso o piatto in ceramica, durante uno scavo nel villaggio di Riben, paesino situato a metà strada tra la città di Pleven e il Danubio.

Sul coccio sono incisi dei simboli, uno dei quali ricorda uno swastika, più altri segni che potrebbero rappresentare la più antica forma di scrittura mai rinvenuta. Il frammento è stato rinvenuto il 2 agosto scorso, alle 7 del mattino. Il reperto avrebbe più di 5000 anni. Risalirebbe, cioè, a un’epoca molto anteriore alle prime forme di scrittura conosciute, relative all’area nordafricana o mediorientale. “Parliamo del più antico linguaggio scritto al mondo, del primo tipo di scrittura”, dicono gli archeologi bulgari. Ovviamente ora serviranno prove decisive sia riguardo alla datazione del reperto, sia (ma qui sarà più difficile avere certezze) sul fatto che quei simboli non siano delle mere decorazioni, bensì un organico sistema di comunicazione, una qualche scrittura non alfabetica.

Non si tratta, peraltro, dell’unica testimonianza relativa a una qualche antichissima civiltà danubiana molto evoluta. Ci sono, per esempio, le Tavolette di Tartaria, ritrovate in Romania nel 1961 e oggetto di dispute fra archeologi. Inoltre si sa che la fusione del bronzo iniziò nell’attuale Serbia nel 5.400 a.C. La storia delle origini della civiltà che abbiamo studuato a scuola, molto sbilanciata verso l’area egiziana e mesopotamica, forse andrà riscritta integralmente.

Giorgio Nigra

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Milo 22 Agosto 2016 - 2:19

Platone, quando parla di Atlantide nel Crizia, dice che combatté contro gli ateniesi i quali la vinsero. Probabilmente era una terra emersa che chiudeva il Mediterraneo in due facendone un “lago salato” tra la Sicilia e la Tunisia, e una delle colonne d’Ercole sarebbe l’isola di Malta, cioè un monte. La distruzione probabilmente avvenne in contemporanea dell’eruzione in Santorini, infatti il fondale nel Mediterraneo Centrale è molto meno profondo. Anche dalla protostoria greca si capisce che i greci persero la scrittura perché l’acqua devastò le coste dove si trovavano le città, e dovettero acquisirla dai Fenici. Non è fantastoria, è possibilità pre/protostorica.

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alessandro zanini 25 Agosto 2016 - 5:00

Questi dati sono stranoti. Non equivochiamo sui termini “scrittura” e registrazione che sono ben altra cosa. Fra antica e media età dael bronzo (XXI-XIV se. a. C.) dall’Ungheria all’Italia centrale si diffuse un sistema ben più ampio, articolato e codificato di registrazione, le cosiddette “tavolette enigmatiche”.
Lasciamo Atlantide a Kazzenger, please.
In merito alla svastika viene introdotta in Italia verso la fine dell’età del Bronzo (XII sec. a.C.) in ambiente proto-veneto e poi nel protovillanoviano tirrenico, diretto antecedente degli Etruschi, ahinoi, ben poco indoeuropei rosemberghianamente parlando.
Se la smettessimo di cercale la tradizione in un’impossiblie Thule genetica nordica e ci focalizzassimo invece sui contenuti Tradizionali delle comunità protostoriche e storiche dell’Europa e dell’italia sarebbe un filino più utile ai nostri scopi.

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