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La Top Ten delle Iene di chi guadagna di più in Parlamento: in testa c’è Renzi. Ma Di Maio…

by Adolfo Spezzaferro
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iene renzi

Roma, 23 feb – Matteo Renzi guida la classifica di chi guadagna di più da quando ha iniziato l’attività politica a livello nazionale: lo fanno sapere le Iene, che hanno fatto i conti in tasca (è proprio il caso di dirlo) ai politici. Il reddito del leader di Italia Viva è lievitato della cifra record di 938.890 euro, passando dai 98.961 del 2013 a 1.037.851 del 2019. Secondo posto in classifica per la senatrice della Lega Giulia Bongiorno, con un incremento di 644.138. L’avvocato partiva nel 2005 da un reddito imponibile di 173.534, nel 2019 arriva a 817.672. Ma in proporzione chi ha tutto da guadagnare (letteralmente, visto che prima aveva un imponibile pari a zero) è Luigi Di Maio.

La Top Ten delle Iene chi ci ha guadagnato di più a entrare in politica

Secondo una elaborazione che mette a raffronto l’ultima dichiarazione dei redditi con l’ultimo imponibile prima dell’ingresso in politica, al terzo posto troviamo il senatore Pd Andrea Marcucci che, con +426.040 euro, passa dagli 83.192 euro del 1991 ai 509.232 euro del 2019. Quarto posto per il senatore leghista Simone Pillon con +203.243 (passato dal 40.155 del 2017 ai 243.398 euro del 2019), mentre al quinto posto si piazza la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati (Forza Italia) con un incremento di 215.699, passando dai 41.040 euro del 1993 ai 256.739 del 2019.

Guadagni bipartisan e in rispetto della parità di genere

Sesto posto per Daniela Santanché (Fratelli d’Italia) che, con +206.780 euro, passa dagli 85.784 del 2000 ai 292.564 euro del 2019. Settimo è Ignazio La Russa (sempre FdI), che passa dai 107.670 del 1991 ai 347.352 del 2019, con +239.682. Ottavo il senatore di FI Luigi Vitali con +135.490 euro (passa dai 52.776 euro nel 1996 a 188.266 euro nel 2019). Nono posto per la dem Anna Ascani con +98.471 euro (nel 2012 non aveva reddito), mentre decima si piazza la senatrice FI Licia Ronzulli con +98.639 (passa da un reddito di 26.681 nel 2017 a 125.320 nel 2019). Insomma, guadagni bipartisan e in rispetto della parità di genere.

E’ Paolo Zangrillo (FI) a guidare la classifica di chi ci ha rimesso di più

Al contrario, tra i parlamentari a cui entrare in politica è convenuto di meno, figura Paolo Zangrillo, fratello di Alberto, il medico di Berlusconi, deputato di Forza Italia, che nel 2017, da dirigente di un’azienda privata, aveva un reddito di 807.874 e nel 2019 si ritrova con “soli” 98.471, segnando un -709.403.

Tra i ministri in carica, super guadagni per Luigi Di Maio

Tra i ministri in carica, Luigi Di Maio è quello che ha incrementato di più il proprio reddito. L’attuale ministro degli Esteri è passato da zero a 74.471 euro. Nel 2012 infatti non risulta dichiarazione dei redditi, quindi il suo imponibile è considerato pari a zero. Nel 2019 il suo imponibile arriva a 98.471 euro (-24.000 restituzioni), a cui si aggiunge una quota del 50% (pari a 50.100 euro) della società Ardima srl. Altro grillino che ci ha guadagnato, Stefano Patuanelli, passato dallo Sviluppo economico all’Agricoltura. Ha visto il suo reddito rivalutato negli anni di 30.717 euro. Nel 2017 il suo imponibile era di 46.339 euro, balzato nel 2019 a 101.056 euro (-24.000 restituzioni). Patuanelli inoltre ha in comproprietà al 50% un fabbricato a Trieste, un’altra comproprietà al 25% di un terreno a Trieste.

Paragone, Sgarbi, Conte e gli altri che ci hanno rimesso

Tra chi ha invece diminuito il proprio reddito da quando è entrato in politica, sempre secondo l’elaborazione delle Iene, ci sono ex giornalisti, come Gianluigi Paragone, ex M5s ora nel Misto, con -315.506, e Tommaso Cerno, senatore dem, con -65.894. Nonché il critico d’arte Vittorio Sgarbi (-16.451 euro). Ci sono poi l’ex premier Giuseppe Conte (-211.840), e alcuni ex ministri e ministri in carica. Il dem Dario Franceschini (-94.467), l’economista di FI Renato Brunetta (-38.022), il ministro per il Sud Mara Carfagna (-406), sia l’ex che l’attuale ministro per gli Affari regionali, il deputato dem Francesco Boccia (-54.539) e l’azzurra Mariastella Gelmini (-10.580). Ancora, l’ex ministro grillino dello Sport Vincenzo Spadafora (-13.695), l’ex ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti (-7.392), l’ex ministro leghista Lorenzo Fontana (-4.401), l’ex ministro dem Graziano Delrio (-520).

Speranza “miracolato” anche nel reddito

In calo anche i redditi del deputato Maurizio Lupi (Noi con l’Italia) (-76.440), dell’ex sindacalista Renata Polverini (-91.355), del deputato di LeU Nicola Fratoianni (-24.208), della dem Debora Serracchiani (-21.501), del senatore di Azione Matteo Richetti (-13.347), della deputata FI Giusi Bartolozzi (-4.957). Menzione speciale infine per Roberto Speranza, “miracolato” al ministero della Salute prima con Conte e ora con Draghi, il cui reddito sale di 44.647 euro. Nel 2012 infatti il reddito era a 35.895 mentre nel 2019 le entrate arrivano a 80.542. Insomma, c’è chi vince e chi perde ma – come si dice – il potere non ha prezzo.

Adolfo Spezzaferro

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