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“Siamo circondanti da pesticidi”: Aboca trasferisce la produzione in Marocco

by Francesco Pezzuto
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aboca prodottiArezzo, 1 dic – “Non possiamo rimanere in Valtiberina, siamo circondati da coltivazioni ad alto tasso di pesticidi e chimica”. Una dichiarazione perentoria e piena di rabbia quella con la quale Valentino Mercati, fondatore di Aboca, ha annunciato di voler delocalizzare la produzione, trasferendo il grosso dell’azienda in Marocco.

Lo storico marchio toscano è leader nel settore erboristico e vanta una vasta produzione che spazia dalla farmacia naturale alla cosmesi. Aboca non rappresenta, però, solo un’eccellenza dal punto di vista produttivo ed economico: è un esempio virtuoso di azienda integrata nel territorio di origine, la provincia aretina, con circa mille ettari coltivati con 70 diverse specie di piante officinali, oltre 800 dipendenti e un costante incremento in termini di fatturato e assunzioni. Una realtà destinata a essere stravolta dalla miope politica delle istituzioni, italiane e comunitarie, nei confronti delle aziende che operano in regime di agricoltura biologica, siano esse piccole realtà locali o grossi marchi come Aboca.

Valentino Mercati, dal quartier generale dell’azienda situato a Sansepolcro (Arezzo), tuona contro la Regione Toscana, l’Asl e le amministrazioni comunali della Valtiberina. I numerosi appelli lanciati negli ultimi tre mesi sono caduti nel vuoto e nessuna istituzione o organo di controllo, a oggi, è intervenuto per porre un argine all’uso indiscriminato di pesticidi e fertilizzanti chimici che minano la produzione biologica di Aboca. A causa dei fitofarmaci adoperati nei terreni circostanti, in particolare per la produzione del tabacco, si corre il rischio di non ottemperare alle misure contenute nel Regolamento europeo sull’agricoltura biologica. Un vero e proprio paradosso per il quale la stretta normativa, e i relativi controlli, riguardano le aziende bio e tutelano le attività produttive che sposano la logica perversa della chimica applicata al comparto agricolo.

Aboca ha già annunciato l’acquisto di una grossa tenuta in Marocco, paese con un utilizzo di fertilizzanti e pesticidi tra i più bassi al mondo e con il divieto totale alla produzione Ogm. Se non ci saranno sviluppi positivi in tempi brevi, oltre due terzi della produzione saranno trasferiti in nord Africa, con conseguenze drammatiche per l’economia della provincia aretina e dell’intero indotto, collegato a un’azienda che si appresta a chiudere l’anno in corso con un fatturato di 120 milioni di euro, e una previsione di incremento fino a 180 milioni per il 2016.

Francesco Pezzuto

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1 commento

Gruppo di Studio AVSER 2 Dicembre 2015 - 1:13

Ma di quali tutele alle aziende che fanno ricorso alla chimica stiamo parlando?!? Ma per favore!! Ma dove vivono? Ci mancano pure le vittime del “biologico”, mentre l’intero sistema agricolo italiano sprofonda sempre più nel baratro. Non sarà mica che lor signori preferiscono trasferire la produzione in Marocco perché poi pagano meno la manodopera e tutto il resto??? Io qualche domanda in merito me la faccio…

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