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Unlocked, l’horror che “anticipa” la politica con risvolti inquietanti

by Chiara del Fiacco
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Unlocked

Roma, 1 ott – Una notizia degli ultimi giorni sembra proprio uscire fuori dal recente Unlocked, prima opera dietro la mdp di Kim Tae-joon, e tratto dall’omonimo romanzo di Akira Teshigawara (che, a onor del vero, nel 2018 aveva già goduto di un adattamento cinematografico con il giapponese Stolen Identity). La notizia viene dalla Francia, dove il parlamento sta per approvare un disegno di legge che permetterebbe alle autorità giudiziarie di richiedere l’attivazione in remoto di fotocamere e microfoni sugli smartphone, senza che i proprietari di suddetti device ne siano al corrente. Il senato ha già espresso parere positivo e adesso la palla passa alla camera dei deputati; inutile dire che numerose polemiche si sono alzate, anche da altri paesi, su questa manovra che, di fatto, nonostante i virtuosi presupposti siano basati sulla solita lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata, rappresenta una gravissima offesa alle libertà individuali.

Cinema e politica

Nel 1922, Mussolini affermò che il cinema è “l’arma più forte dello Stato”; oggi, potremmo cambiare la parola cinema con Netflix, spostando le tematiche di propaganda o educative sull’altro piatto della bilancia e non faremmo difetto – se non ideologico – alla famosa frase. Ma se la cinematografia di “regime” dovrebbe quanto meno farci riflettere sui veri obiettivi dei paladini della “bontà” (i vari Disney, Miramax, ecc), un altro tipo di cinema ci ha, al contrario, messo costantemente in guardia, non a caso il nome Zentropa proviene proprio dal sovversivo film di Lars Von Trier, noto anche con il titolo Europa.

In questo articolo analizzeremo un fenomeno, che, specialmente negli ultimi anni, più in generale con l’horror, e in particolar modo attraverso il J-horror (l’horror nipponico), ha esposto i pericoli delle derive tecnologiche-tecnocratiche; pensiamo a pellicole come The Ring, The Phone, One Missed Call, Pulse, o il seminale Tetsuo: The Iron Man, del lontano 1988. A proposito di Tetsuo, il primo body horror della storia, influenzerà colui che è ritenuto il vero padre del BH, David Cronenberg; anch’egli farà leva sul terrore tecnologico, non solo con il capolavoro, datato 1983, Videodrome, ma anche nel più recente Existenz (siamo nel 1999, periodo boom dei videogiochi). Nel 1992, esce invece The Lawnmover Man, basato su di un racconto di Stephen King e incentrato sull’orrore della realtà virtuale, dando vita ad una fortunata serie di film ispirati alle stesse tematiche: la saga Matrix, The Cell, Il tredicesimo piano, Total recall, ecc. Ma non c’è dubbio che, il premio per l’horror più spaventoso sull’argomento va ai giapponesi, non a caso, popolo super tecnologico e, ultimamente, ai coreani.

Unlocked, l’horror che “anticipa” la politica

Ma torniamo ad Unlocked: innanzi tutto, a seguito della sua visione, la maggioranza del pubblico coreano si diceva talmente traumatizzata da non voler più toccare il proprio smartphone! Ammetto che io stessa, per diversi giorni, ho guardato l’iPhone con estremo sospetto e mi sono rifiutata di utilizzarlo. Il film unisce il terrore tecnologico al pure crime, gettando il pubblico in un delirio paranoico senza pari! La giovane protagonista Na-mi, infatti, rea di aver lasciato cadere il suo telefono nei mezzi pubblici, a seguito di una serata goliardica, si fa rubare la propria identità virtuale, con una facilità talmente estrema da far rizzare immediatamente i capelli in testa. Il malvivente la spia, attraverso la fotocamera interna, entra nei suoi social network rubando dati e informazioni, si serve addirittura del suo conto in banca, distrugge amicizie storiche e arriva ad incrinare il rapporto con il padre. La ragazza perde tutto, ma, fortunatamente per lei, è una tosta e, utilizzando le stesse armi del suo stalker (che è un vero e proprio serial killer), riuscirà lentamente a spezzare la catena delle sue disgrazie. Non vogliamo svelare altri dettagli, perché questo è un film assolutamente da vedere, anche se magari non è il vostro genere: un dibattito sui nostri utensili tecnologici è sempre indispensabile, unito alla consapevolezza che, pur potendo difficilmente tornare al Nokia, una presa di coscienza maggiore sulla nostra privacy, la nostra sicurezza digitale e il grado di asservimento agli strumenti tecnologici che riempiono le nostre case e le nostre vite è assolutamente necessaria.

Chiara del Fiacco

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