Roma, 12 ago – La Banda della Uno Bianca non finisce mai di sollevare polemiche. Il 57enne Marino Occhipinti, ex componente della famigerata banda della Uno Bianca, avrebbe ripetutamente maltrattato la ex compagna. Era da poco in libertà condizionale e ad ottobre avrebbe ottenuto la quasi libertà totale. Ieri, però, è arrivata la decisione di revoca da parte dell’ufficio di sorveglianza del tribunale di Padova.
La Banda della Uno Bianca
Marino Occhipinti faceva parte dell’organizzazione criminale composta da poliziotti denominata Banda della Uno Bianca. Il gruppo operava soprattutto nel Nord Italia, tra le regioni dell’Emilia-Romagna e delle Marche. Tra il 1987 e il 1994, i suoi membri commisero ben 103 crimini, molti dei quali consistevano in rapine a mano armata. La Banda uccise un totale di ventiquattro vittime accertate e portò al ferimento di centodue persone. Una guerra, quella condotta dalla banda dei fratelli Savi, che segnò tremendamente l’Italia e lo stesso Stato italiano, forse inconsciamente complice dell’operato delle sue guardie.
Libero dopo 24 anni di ergastolo
L’ex poliziotto della Narcotici di Bologna, Marino Occhipinti, era già condannato all’ergastolo per aver assassinato la guardia giurata Carlo Beccari nel 1998. Nel 2018, l’ex uomo della Banda della Uno Bianca, aveva ottenuto la libertà condizionale dopo aver trascorso 24 anni dietro le sbarre. All’epoca il rilascio scatenò polemiche pubbliche e, ovviamente, l’ira incolmabile da parte dei famigliari delle vittime. Questi cinque anni di libertà condizionale, permessi dalla magistratura, si sarebbero conclusi il prossimo ottobre. Marino Occhipinti, quindi, in autunno sarebbe tornato ad assaporare quasi totalmente la libertà.
I maltrattamenti alla ex compagna respinti da Occhipinti
Negli ultimi mesi, però, la Procura padovana ha aperto un nuovo fascicolo in cui l’ex poliziotto risulta indagato per violenza contro le donne. Nello specifico, gli inquirenti lo accusano di aver picchiato la propria ex compagna durante la semi-libertà. Marino Occhipinti respinge però le accuse attraverso il suo avvocato che, il prossimo 24 agosto, difenderà il proprio assistito all’udienza fissata dal tribunale veneto. L’ex poliziotto della Uno Bianca lavorava per la cooperativa Giotto nel carcere Due Palazzi di Padova. Proprio questo lavoro aveva permesso a Occhipinti di accedere a misure alternative, dentro e fuori dal carcere. Ora saranno i giudici a stabilire se le accuse mosse dalla ex-compagna siano attendibili e se, una volta libero, Occhipinti rappresenti ancora un pericolo per la collettività.
Andrea Bonazza
1 commento
MAPPORK….
mi sono perso qualcosa?
le vittime della banda della uno bianca sono risorte,per caso?
che cosa fa a piede libero questo roito immondo?
cosa si aspetta ad istituire la pena di morte,in questo sciagurato paese?
così FINALMENTE i pluriomicidi pagheranno per i loro crimini…
SENZA che un magistrato sinistrato nel cranio e dal sedere di burro possa tirarli fuori da sottoterra.