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Valpurga: stanotte si aprono le porte degli inferi

by La Redazione
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f5eb103b03c8e78b288f23781b0696afRoma, 30 apr – La notte del 30 aprile è la notte di Valpurga. La “notte delle streghe”, come la chiamano tanto i neo-pagani imbottiti di new age quanto i superficiali moderni. Questa antica festa germanica si colloca esattamente a metà tra l’equinozio di primavera e il solstizio d’estate, proprio come la festa celtica di Beltane, ed esattamente nel cuore della primavera. Presso gli antichi popoli indo-Arii infatti, oltre alle quattro porte cardinali dei solstizi e degli equinozi esistevano altre quattro porte, poste a metà delle stagioni, che rappresentavano altri quattro momenti imprescindibili del ciclo annuale. Tanto Valpurga quanto Beltane erano feste in cui si festeggiava l’esplosività delle forze della natura pronte a fiorire nel pieno della stagione primaverile. E le streghe che c’entrano? Sono davvero solo il frutto delle suggestioni wicca o dei pregiudizi di certi ambienti cristiani che tendono a satanizzare qualunque festa antica? In parte sì, per lo meno nell’immaginario che ne è derivato con diavoli, demoni e sabba di magia nera, in parte però questa simbologia “oscura” deriva, comunque deviata, dal senso profondo delle feste primaverili del mondo ancestrale europeo.

Nella festa di Valpurga si aprivano le porte degli inferi, ma non per permettere un’invasione demoniaca come nell’iconografia moderna. Le porte degli inferi si aprono per permettere una catabasi, una discesa necessaria per prepararsi alla risalita che porta alla luce solstiziale. È un tema ricorrente in tutte le tradizioni europee. Persefone scende nel regno degli inferi per congiungersi con Ade per poi tornare, proprio in primavera, nel mondo della superficie per ricongiungersi con la madre Demetra. Dante scende nei gironi infernali proprio nel giorno di Pasqua, quindi in piena primavera, prima di risalire verso i sette cieli che portano alla visione mistica di Dio. La stessa Pasqua cristiana, la cui simbologia dell’uovo e della lepre è presa a prestito dal paganesimo germanico – il nome della Pasqua in Germania, Ostern, da cui la Easter inglese, deriva dalla dea Ostara che presiedeva alla rinascita primaverile e aveva come animale simbolo una lepre che depone l’uovo – oltre a capitare in primavera vede nel mito la discesa del Cristo negli inferi prima dell’ascensione. 
Questo scavare in profondità, questo discendere nel sottosuolo e negli inferi aveva molteplici aspetti e significati, tra loro del tutto complementari.

Aveva tanto un valore misterico, di discesa interiore nella propria parte oscura e inferiore per affrontare i propri demoni, le proprie passioni, gli ostacoli e le barriere che impediscono l’elevarsi, quanto un valore cosmico di discesa della potenza fecondatrice che solo nel sottosuolo può attecchire e germogliare per poi irrompere in superficie come nuova vita. Ma anche un conoscere le potenze ctonie che non sono “malvagie” come vorrebbero far intendere certe visioni dualistiche ma che sono semplicemente potenze, certamente pericolose perché travolgenti e in quanto sotterranee tendono a legare e trascinare verso il basso ma che se dominate e rettificate sono non solo utili ma necessarie per la ri-nascita e per la generazione. Si pensi anche al mito mitraico della tauroctonia dove Mithra, proprio nell’equinozio di primavera, riesce a dominare il Toro che rappresenta la forza travolgente e irrompente delle potenze telluriche e ctonie e grazie al suo sangue, al suo sacrificio, fa sgorgare la nuova vita – il sangue che si trasforma in spighe di grano – o causa addirittura una cosmogonia – l’universo che si genera dal sangue del Toro sacrificato.

Il Primo di Maggio, ovvero il Mayday o Calendimaggio che porta echi della festa celtica di Beltane, e che non a caso trova un formidabile equivalente romano nelle feste di Flora, è di contro a Valpurga il trionfo delle forze della natura e della fertilità. È la fisica manifestazione della Rinascita. Ebbene possiamo considerare il passaggio da Valpurga a Calendimaggio un unico momento dove ad una notte in cui a forze potenti e antiche in sotterraneo subbuglio si manifesta il messaggio di luce e dall’unione numinosa di Maschio e Femina, di Cielo e Terra, dal necessario incontro del principio Celeste con le profondità della Terra che avviene il miracolo della fecondazione e si rigenera il Ciclo e Vita furoreggia nel rigoglio della Primavera.

Carlomanno Adinolfi e Flavio Nardi

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3 comments

Anonimo 30 Aprile 2016 - 1:03

Interessante articolo sulla mitologia ma sara’ un caso che il 30 aprile si suicido qualcuno ?

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Martino 30 Aprile 2016 - 2:21

E noi sappiamo bene chi compì questa «discesa necessaria per prepararsi alla risalita che porta alla luce solstiziale». Tornerà, in qualche modo. Lo attendiamo con fede incrollabile.

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Emilio 1 Maggio 2017 - 3:27

Complimenti

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